Durante la campagna elettorale per la corsa al Campidoglio, molti sono i temi importanti su cui si discute tuttora. Questioni e problematiche che dilaniano la nostra Città Eterna, talvolta annose ed ancora non risolte. Una di queste è il problema dei campi nomadi e delle baraccopoli esistenti a Roma. Molte le promesse, molte le intenzioni da parte dei vari candidati al Campidoglio, ma, come direbbe il premio Nobel Milton Friedman, sarebbe un grave errore giudicare la politica e i programmi inerenti per le loro intenzioni, piuttosto che per i risultati finali.
Sulla questione nomadi, sono state ascoltate varie proposte e progetti, talvolta confusi, talvolta contraddittori secondo quanto affermato da Il Fatto Quotidiano.
Le dichiarazioni di Virginia Raggi
Secondo quanto affermato da Virginia Raggi, candidata proveniente dal Movimento Cinque Stelle: "Sui rom siamo già in procedura d'infrazione per aver violato le disposizioni". La Raggi ha inoltre dichiarato che sono stati pagati 24 milioni di euro l'anno per mantenere campi e baraccopoli e le stesse associazioni che operano per il benessere dei nomadi. Per il Fatto Quotidiano, la Raggi non sarebbe bene informata, in quanto da parte dell'Europa non è stata decisa alcuna procedura al riguardo, così come la cifra menzionata dalla pentastellata si riferirebbe a quanto speso dal Campidoglio tre anni fa.
La posizione di Giachetti
Secondo quanto sostenuto da Roberto Giachetti, candidato del Partito Democratico, il suo programma consiste nella chiusura di almeno tre campi nomadi nei prossimi due anni.
Ciò coinvolgerà varie realtà, tra cui municipi ed amministrazioni. Giachetti ha inoltre ricordato il grande lavoro svolto con Rutelli, al tempo furono tolti numerosi bambini rom dalle strade, mandandoli regolarmente a scuola. Una delle contraddizioni di cui il Fatto rimprovera a Giachetti è l'aver menzionato Rutelli il quale nel 1994 inaugurò la cosiddetta stagione dei "campi" tramite cui sfruttò l'insediamento dei nomadi per il drenaggio di alcune incontrollate risorse pubbliche.
Il programma di Giorgia Meloni
Secondo quanto affermato dalla candidata della Lega Giorgia Meloni, sotto il suo mandato saranno aboliti 18 campi nomadi ed al loro posto saranno creati 12 boschi urbani. L'intenzione della Meloni è risanare queste realtà, facendole divenire dei luoghi pubblici e puliti per tutti i cittadini.
Per l'esponente della Lega, Roma non deve essere più ritenuta una zona franca. Il progetto di Giorgia Meloni è ben chiaro: passare da 200 baraccopoli a zero in soli cinque anni.
I nomadi a Roma: una questione trentennale
La questione nomadi nella Capitale ha mosso sentimenti di compassione da una parte e di avversità dall'altra. In verità tali popolazioni risultano essere una minoranza a Roma e l'arrivo massiccio dei nomadi nella Città Eterna avvenne negli anni '80. All'epoca la crisi jugoslava spinse molte di queste etnie a spostarsi in altri punti di Europa, non solo in Italia, ma anche in Francia e Germania dove trovarono però la porta chiusa. Nel 2008 Gianni Alemanno venne eletto sindaco di Roma e probabilmente fu uno dei primi cittadini della capitale a prendere a cuore la questione.
Infatti l'espulsione dei nomadi in caso di reati fu il fulcro della sua campagna elettorale. Sotto il mandato di Alemanno fu chiuso definitivamente il Casilino 900.
MAI PIU' CAMPI O BARACCOPOLI ABUSIVE
Come ho dichiarato in più occasioni e messo nero su bianco nel mio programma, tra le prime delibere che porterò all'approvazione dell'Assemblea Capitolina ci sarà quella per il nuovo Regolamento dei Campi Nomadi. Le istituzioni non possono abbandonare il territorio e soprattutto chi questo territorio lo abita e lo vive quotidianamente. A Roma non devono più esistere zone in cui la legge non si rispetta, zone senza controllo, senza regole. Far rispettare le regole a tutti per cercare di garantire il massimo della sicurezza ai romani è un impegno che prendo senza esitazione e senza remore.