Uno studio, condotto da Christopher Owen, della St George's University of London, ha evidenziato che i bambini che dormivano in media un'ora in meno a notte, hanno avuto alti fattori di rischio per il diabete di tipo 2, tra cui livelli elevati di resistenza all'insulina e glucosio nel sangue. I ricercatori affermano che se un bambino dorme anche solo un’ora in meno ha un rischio maggiore.

Il Professor Christopher G Owen, che ha guidato la ricerca, ha affermato: "Questi risultati che suggeriscono un aumento della durata del sonno, potrebbero offrire un approccio semplice per ridurre i livelli di grasso corporeo e il rischio del diabete di tipo 2 già dai primi anni di vita. "I potenziali benefici associati all’aumento del sonno nell'infanzia, possono avere riscontro nella Salute in età adulta".

Lo studio, “Sleep Duration and the Risk of Type 2 Diabetes”, inoltre ha confermato un'associazione fra una più breve durata di sonno ed i livelli elevati di grasso corporeo.

I metodi di studio

I ricercatori hanno analizzato le misure antropometriche, i risultati del campione di sangue e i dati del questionario da 4.525 bambini di origine multietnica, dai nove ai dieci anni, in Inghilterra. Le misure fisiche includevano altezza, peso e pressione sanguigna. I modelli di regressione lineare e i marcatori del rischio cardiovascolare con durata di sonno, erano regolati per sesso, età, mese, etnia, posizione socio-economica.

I bambini che hanno dormito più a lungo, avevano peso corporeo più basso e più bassi livelli di massa grassa. La durata di sonno era anche inversamente correlata all’insulina e al glucosio nel sangue. Lo studio, che verrà pubblicato nel numero di settembre 2017, nella rivista accademica Pediatrics, non ha trovato un'associazione fra la durata di sonno e fattori di rischio cardiovascolari, compresi i lipidi nel sangue e pressione del sangue.

Gli autori, concludono affermando che aumentare la durata media del sonno nei giorni feriali, anche mezz'ora, potrebbe essere associato ad un indice di massa corporea inferiore 0,1 kg/m ² e ad una riduzione di 0,5 per cento dell'insulino-resistenza. Lo studio afferma che la riduzione di questi livelli potrebbe avere benefici a lungo termine, nel corso della vita.

Studi di intervento sono necessari per stabilire la causalità di queste associazioni, che potrebbe fornire una semplice strategia per la prevenzione precoce del diabete di tipo 2. La dottoressa Claire Nightingale, assegnista di ricerca presso la St George's University of London, in una precedente ricerca, aveva dichiarato: "I nostri risultati suggeriscono che ridurre il tempo trascorso davanti ad uno schermo, può essere utile nel ridurre i fattori di rischio del diabete di tipo 2, sia per i ragazzi che per le ragazze, sin dalla più tenera età.

Ciò è particolarmente rilevante, dato l’aumento della comparsa precoce del rischio del diabete di tipo 2 e recenti tendenze del trascorrere tanto tempo davanti allo schermo, sono in aumento nell'infanzia".