Le ultime immagini di Fabio Aru al Giro d’Italia sono quelle di un malinconico ritiro dopo una corsa in cui ha rimediato una batosta dopo l’altra. Per ripartire da questa stagione flop il capitano della UAE Emirates sembra intenzionato a ripresentarsi al via della corsa rosa nella prossima stagione, per ritrovare quelle sensazioni della prima parte della carriera. La presentazione del percorso del Giro era quindi attesa dal corridore di Villacidro, che non ha partecipato alla serata, ma ha commentato il disegno scelto in maniera molto interessata.

Aru: ‘Attenzione alla crono di Bologna’

Dalle Seychelles, dove sta trascorrendo le vacanze, Fabio Aru ha parlato con la Gazzetta dello Sport per dare una prima analisi del percorso che affronterà nel prossimo mese di maggio a caccia del rilancio. Un percorso esigente, impegnativo, con una partenza che ha colpito e fatto riflettere l’ex Campione d‘Italia, pensando anche all’esperienza di quest’anno.

L’avvio con la cronometro di Bologna che scala le dure rampe del San Luca potrebbe già dare un indirizzo importante alla corsa secondo Aru: “E’ un attimo prendere un minuto e non sarebbe il modo giusto di cominciare.

Ma mi piace che ci sia una partenza esigente a cui essere pronti, cercare la condizione per strada è un’arma a doppio taglio perché rischi di accumulare tanta fatica nei primi giorni” ha spiegato il corridore della UAE Emirates, che al Giro d’Italia è arrivato due volte sul podio ed ha conquistato tre vittorie di tappa tra il 2014 e il 2015.

‘Gavia e Mortirolo, tappa tremenda’

L’attenzione di Aru si è poi soffermata sul tappone di Ponte di Legno, quello con il Gavia e il Mortirolo. Sarà la frazione numero 16 del Giro d'Italia, quella di martedì 28 maggio, ben 226 km da Lovere a Ponte di Legno, una vera maratona su e giù per salite leggendarie. I corridori dovranno scalare subito la Presolana e il Croce Salven per poi salire al gigante Passo Gavia, Cima Coppi della corsa con i suoi 2618 metri.

La lunga discesa in Valtellina porterà verso il terribile Mortirolo dal versante più classico, quello di Mazzo, ed infine si dovrà scendere a Monno per risalire la valle verso Ponte di Legno.

“Una tappa tremenda, basta un giorno così per rendere duro un Giro” ha commentato Fabio Aru. “Mi ha colpito il dislivello: 5700 metri non li ho mai fatti in corsa. Il massimo che ho fatto è 5.200 metri e se qualcuno pensa che 500 metri in più siano poca cosa non conosce il Ciclismo, quei 500 metri sono l’inferno’ ha sentenziato Aru.