Nota della redazione:
In una prima versione di questo articolo si riportavano frasi sbagliate di Romain Bardet, dovute a una correzione errata della fonte su cui ci siamo basati. Riportavamo che secondo Bardet la situazione dei farmaci è molto peggiore oggi rispetto a dieci anni fa. Nell'intervista originaria, invece, rilasciata alla testata francese Eurosport, Bardet dice che "Culturellement, je trouve même que le cyclisme était dans une bien moins bonne situation au niveau de l'utilisation des médicaments quand je suis arrivé chez les professionnels que maintenant", che si può tradurre come "A livello culturale, penso addirittura che il Ciclismo fosse in una situazione molto peggiore in termini di utilizzo di farmaci quando sono diventato professionista rispetto a oggi".
Ci scusiamo quindi con i nostri lettori.
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Ormai vicino all'uscita di scena dal ciclismo professionistico, Romain Bardet ha parlato del ricorso a farmaci non strettamente indispensabili per ragioni terapeutiche oggi, paragonandolo alla situazione di un decennio fa, quando è diventato professionista. Secondo il corridore francese, la situazione su questo fronte è in miglioramento. Bardet ha chiesto comunque all'Uci di proseguire sulla strada intrapresa, con strutture e strumenti giuridici sempre più forti.
'Bisogna portare avanti la lotta al doping'
Romain Bardet è ormai uno dei veterani del gruppo e chiuderà la carriera nel ciclismo professionistico a metà della prossima stagione, dopo il Criterium del Delfinato.
Con un piede ormai fuori dal ciclismo, in un'intervista rilasciata a Eurosport, ha raccontato che nel ciclismo alcuni corridori hanno usato e usano farmaci non necessari a scopo terapeutico, ma che "il ciclismo era in una situazione molto peggiore quando sono arrivato tra i professionisti rispetto ad adesso", anche grazia a una maggiore consapevolezza sul tema.
Il corridore francese ritiene che la corsa sempre più esasperata al miglioramento delle prestazioni che si sta vivendo negli ultimi anni sia però un problema. A domanda specifica sull'uso di monossido di carbonio per migliorare le prestazioni, ha risposto di averlo saputo dalla stampa: è stato il sito inglese Escape Collective a lanciare l'inchiesta quest'estate.
"Non ne ho mai saputo nulla ma comunque non ne sarei sorpreso. Si stanno facendo così tante ricerche con l'idea di ottimizzare le prestazioni, ci sarà sempre chi vuole a tutti i costi un vantaggio competitivo" ha accusato Bardet.
La carriera di Bardet
Classe '90, Romain Bardet ha debuttato nel ciclismo professionistico nel 2012, segnalandosi come uno dei giovani corridori francesi più promettenti, insieme al coetaneo Thibaut Pinot. Forse meno talentuoso, ma più solido e consistente del connazionale, è diventato un ottimo corridore da grandi giri, salendo per due volte sul podio del Tour de France, 2° nel 2016 e 3° nel 2017. Al Tour ha vinto anche quattro tappe, a cui va aggiunta una tappa della Vuelta Espana.
Pur non essendo un corridore propriamente vincente, ha dimostrato buone doti anche per le corse di un giorno più impegnative, arrivando secondo al Mondiale di Innsbruck 2018 e due volte sul podio della Liegi. L'ultimo acuto, a sorpresa, è stata la vittoria della prima tappa dello scorso Tour de France, che gli ha permesso di vestire per un giorno la maglia gialla. Romain Bardet chiuderà la carriera nel giugno 2025, dopo aver disputato il Giro d'Italia e il Delfinato.