Richard Carapaz ha conquistato la medaglia d’oro nella gara di ciclismo su strada alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Lo scalatore dell’Ecuador ha corso con forza e intelligenza tattica, approfittando del suo ruolo di outsider e del grande lavoro che Belgio e Slovenia hanno fatto per van Aert e Pogacar, poi argento e bronzo. Gli azzurri sono stati protagonisti di una bella corsa, su un tracciato duro e con condizioni di grande caldo.
Ciccone ha acceso la corsa per primo sul Fuji, poi sono entrati in azione anche Nibali, Caruso e Moscon, ma nel finale Alberto Bettiol, il più forte dei nostri è stato costretto a perdere il contatto dal gruppo di van Aert a causa dei crampi.
Slovenia e Belgio a tirare
La corsa in linea di ciclismo su strada delle Olimpiadi di Tokyo 2020 non ha deluso le aspettative, offrendo uno spettacolo di altissimo livello. Il tracciato duro e la composizione ridotta delle squadre hanno portato ad un entusiasmante testa a testa tra i leader più attesi già molto lontano dal traguardo, in cui sono emerse le doti di fondo e di resistenza, ma anche tenacia e capacità di leggere la corsa.
Nelle fasi iniziali se ne è andata una fuga di otto corridori: Juraj Sagan, Dlamini, Kurkle, Tzirtakis, Aular, Grosu, Daumont e Asadov. Contando sulla scarsa qualità dei fuggitivi, il gruppo ha lasciato 20 minuti di distacco. Il Belgio e la Slovenia hanno poi iniziato a tirare sacrificando il campione in carica Greg Van Avermaet e Jan Tratnik, che hanno lavorato per decine e decine di chilometri. La fase centrale della corsa è stata animata da un’accelerata di Giulio Ciccone sulla salita al Monte Fuji. Il gruppo si è allungato, mettendo in mostra le difficoltà di alcuni uomini di primo piano, su tutti Alejandro Valverde. La situazione si è poi tranquillizzata, con il solito Tratnik che ha ripreso la testa del gruppo.
Nel tratto di saliscendi tra il Fuji e la salita decisiva al Mikuni pass, la corsa si è però riaccesa con una serie di attacchi. Caruso e Nibali si sono fatti trovare pronti per seguire i vari scatti che si sono succeduti, tra cui anche quello di Remco Evenepoel. Nessuno è però riuscito ad avvantaggiarsi in maniera decisa, e con la fuga iniziale annullata, il gruppo si è presentato compatto ai piedi del Mikuni Pass.
Il tempismo di Carapaz e McNulty
Il Belgio ha preso in mano la situazione con Benoot e Vansevenant, ma Evenepoel si è presto staccato lasciando la squadra con un’importante pedina in meno. La salita al Mikuni, con pendenze quasi sempre in doppia cifra, ha fatto grande selezione, prima naturale, e poi sotto l’impulso di Tadej Pogacar, che ha dato una violenta accelerata.
Il vincitore del Tour de France è riuscito ad andarsene insieme a Brandon McNulty e a Michael Woods, con van Aert a tirare il gruppetto inseguitore in cui è rimasto Alberto Bettiol come unico azzurro.
Pogacar non è stato così devastante come al Tour, e da dietro sono riusciti a rientrare prima Kwiatkowski e Bettiol, e poi anche un altro gruppetto comandato da Van Aert e comprendente anche Uran, Gaudu, Fuglsang, Mollema, Schachmann, Adam Yates e Carapaz.
Allo scollinamento si sono così ritrovati insieme undici uomini, tutti isolati, e con ancora 30 km di discesa e saliscendi da percorrere. La situazione è così sfuggita di mano ai favoriti van Aert e Pogacar che, nonostante una corsa generosa, non sono riusciti a tenere a bada tutti gli attacchi che si sono susseguiti.
Quello decisivo lo hanno piazzato Brandon McNulty e Richard Carapaz a circa 25 km dall’arrivo. L’americano e l’ecuadoriano sono partiti decisi e, grazie ad un po’ di marcamento nel gruppetto inseguitore, hanno subito preso 30’’ di vantaggio. Bettiol è stato poi costretto ad arrendersi a causa di un crampo, un episodio che ha spazzato via le residue speranze di medaglia per gli azzurri.
Van Aert ha cercato in ogni modo di lanciare la rincorsa ai battistrada, spendendo tantissime energie, ma nel finale Carapaz ha rilanciato con forza su uno strappo staccando McNulty ed involandosi verso l’arrivo. Lo scalatore dell’Ecuador è così andato a vincere la medaglia d’oro, mentre van Aert si è preso l’argento vincendo una durissima volata con Pogacar. Mollema e Woods si sono piazzati a seguire, mentre Bettiol è stato il primo degli azzurri all’arrivo, 14° a 3’38’’.