Dopo le tasse sugli immobili vere e proprie, la TASI e l'IMU, dopo gli acconti IRPEF e tutte le addizionali, per i contribuenti è in arrivo la tassa sui rifiuti che oggi si chiama TARI. Questa di fatto sostituisce TARSU, TIA e TARES che più o meno erano la stessa cosa e fa parte di quel contenitore unico che poi dovrebbe essere la IUC l'imposta comunale unica.

Cosa è esattamente la TARI

La TARI è una tassa che deve pagare chiunque possieda o detenga, a qualunque titolo, immobili, locali o aree esterne, atte a produrre rifiuti urbani. Il gettito derivante dalla tassa va a copertura dei costi del servizio di raccolta rifiuti e pulizia urbana. E' composta da una parte fissa che si calcola in base ai metri quadri di superficie dell'immobile o area, e da una parte variabile in base ai componenti il nucleo familiare del contribuente.

Chi è esentato dal pagamento

La TARI come detto è strettamente legata alla produzione di rifiuti. Coloro che provvedono da soli allo smaltimento non sono tenuti al pagamento.

Molte aziende italiane lo fanno ed ultimamente anche i privati munendosi di strumenti che magari trasformano i rifiuti in concime per il proprio giardino e così via.

Per alcuni è proprio la natura ad essere illegittima. Infatti se nella sigla TARI, la T sta ad indicare una tassa, lo smaltimento rifiuti non può essere un servizio pagato a consumo, quindi soggetto a tassa. Se invece si tratta di un tributo, la Costituzione afferma che il tributo deve sottostare a criteri di proporzionalità e progressività, cosa che non avviene con la TARI. Questa però è una questione giuridica, strettamente tecnica.

Le delibere con cui i comuni trattano la TARI devono essere applicate entro la data stabilita dalle leggi dello Stato.

Nella maggior parte dei casi le delibere dei comuni sono posticipate rispetto alle leggi, quindi impugnabili.

I costi dei servizi devono essere chiari

Gli avvisi di pagamento che i contribuenti ricevono dai propri comuni sono vaghi, non indicano i costi del servizio e la distinzione tra quelli per i metri quadri e quelli per il nucleo familiare. La Legge di Stabilità stabilisce che questi costi vanno indicati chiaramente negli avvisi, l'utente deve sapere oltre al quanto pagare anche il perché.