Con a capo il suo segretario generale Annamaria Furlan, la CISL ha depositato una proposta di legge popolare allegando 500mila firme raccolte in questi giorni. Si tratta di una proposta di riforma del fisco italiano considerato troppo opprimente e non imparziale da un po' da tutti i cittadini. La proposta è abbastanza dettagliata e spazia davvero su tutto il "territorio" del fisco italiano: dalle tasse troppo alte, alle differenze di classe, alla tassazione degli immobili fino al bonus da 80 euro.

Adesso sarà compito della politica valutare se sia o meno il caso di passare dal deposito dell’atto alla sua discussione ed eventuale approvazione.

La pressione fiscale è troppo alta?

Secondo la CISL, dopo anni di crisi profonda sarebbe ora di riordinare il fisco italiano e renderlo più giusto e meno pesante per evitare che il tutto sfoci nell’aumento delle differenze sociali. Questo è il pensiero del Sindacato che ha stilato misure che potrebbero sistemare la precaria situazione italiana. In primo luogo si chiede l’estensione a pensionati ed autonomi del bonus di 80 euro che Renzi ha dato ai lavoratori dipendenti a partire da maggio del 2014 per poi renderlo strutturale da quest’anno.

Inoltre si pensa anche a creare un altro bonus, stavolta di 1.000 euro annui per tutti i cittadini con un reddito individuale al di sotto della soglia dei 40mila euro. Il bonus inoltre non deve essere sotto forma di detrazione o deduzione Irpef, ma deve essere erogato a tutti, anche a quelli che non avendo redditi elevati non sono soggetti a tassazione e quindi non possono ottenere gli sconti fiscali. Si parla quindi di quei soggetti dichiarati incapienti, quelli che di norma non possono scaricare neanche le visite mediche sul 730 perché non hanno Irpef da recuperare.

Ma una manovra così che costi avrebbe?

A vederla così su due piedi, sembrerebbe una manovra molto costosa e di difficile messa in proprio per l’alto dispendio di soldi pubblici che causerebbe.

Conti alla mano, l’estensione del bonus da 80 euro affiancato da quest’altro di 1.000 euro annui, costerebbe all’erario quasi 40 miliardi di euro. Nella proposta di legge però, la CISL sottolinea anche le soluzioni che si dovrebbero attuare per trovarne le coperture finanziarie. Infatti bisognerebbe tassare con aliquote crescenti i patrimoni immobiliari e la ricchezza netta delle famiglie, escludendo dalla tassazione esclusivamente la casa dove vive il nucleo familiare. Si inizierebbe con tassare all’uno per mille le ricchezze nette tra il mezzo milione di euro e le 800mila euro per arrivare al 7 per mille per patrimoni superiori al milione. Secondo la CISL, colpire le ricchezze maggiori per aiutare i meno abbienti porterebbe la riduzione del gap sociale che oggi è presente nella nostra società.