In questi giorni si è molto parlato della questione legata al pagamento canone RAI e all'introduzione di una nuova modalità di pagamento con la quale far pagare tutti i cittadini che usufruiscono del servizio pubblico fornito dalla Televisione di Stato. In tale senso sembra muoversi qualcosa sottotraccia, dopo le dichiarazioni rilasciate nelle precedenti settimane alla trasmissione televisiva "In Mezz'ora" dal Premier Matteo Renzi, durante la quale ha rilanciato la possibilità - per ora remota - di introdurre in bolletta luce la voce relativa al canone Rai, con una riduzione annua dagli attuali 113,00 euro ai futuri 100,00 euro a partire dall'anno 2016.
Modalità questa che ha riscontrato non poche chiusure da parte dello stesso ente luce e gas e dagli organi di vigilanza della televisione italiana. Il tasso medio di evasione rilevato al 31 dicembre 2014 in Italia, è del 30,5%: un valore che comunque varia a seconda del tasso di occupazione\disoccupazione delle regioni, risultato molto accentuato proprio al meridione dove storicamente il livello di cittadini che possono contare su un lavoro stabile in alcune zone si aggira intorno al 50%.
Crotone da record
A fare luce sulla situazione relativa ai mancati introiti da parte di "mamma RAI" ci ha pensato la Twig, giovane azienda bergamasca che si occupa di raccolta dati, interpretazione e analisi.
Da una approfondita ricerca, ottenuta mediante la comparazione del numero di famiglie presenti sul territorio con il numero di pagamenti ricevuti dalla RAI, sono stati evidenziati i comuni più virtuosi d’Italia, quelli dove si è registrata una evasione media di solo il 3% e si tratterebbe di: Siculiana, San Giacomo delle Segnate, Carzano e Terento. Dai dati è poi emerso anche il dato relativo a quelli caratterizzati da una maggiore propensione all'evasione del pagamento, pari a circa il 91%, e si tratterebbe di: Ribordone, Villa di Briano, Parete e Casal di Principe. Per quanto riguarda il primato delle province, secondo le rilevazioni effettuate da Twig, la zona di Crotone e della sua provincia la fa da padrone, con il 56% della popolazione che evade il pagamento. A seguire altre due province del sud del Paese esattamente in Campania e Sicilia: Napoli si ferma al secondo posto con il 55%, Catania al terzo con il 53%.