Il governo indiano ha preso la decisione di bloccare i siti pornografici in quanto causano l’aumento di violenze sessuali. Dal 31 agosto è stato chiesto il blocco di 857 siti pornografici e già molte pagine, famose in tutto il mondo, non sono più visibili. In India la pornografia è assolutamente vietata ma c’è chi ancora sostiene che alcuni siti, nonostante fossero stati segnalati dal governo, sono ancora attivi.

La scelta è stata presa per proteggere la società ma non si può parlare di un vero divieto poiché alcuni siti si possono ancora vedere con reti virtuali private.

Una grande polemica è scattata sui social network e tra i dirigenti web di alcune società indiane per questa scelta troppo severa e allo stesso tempo inutile del governo.

Una misura che si è resa necessaria

Molte volte in India si è parlato del problema della pornografia e il ministro Ravi Shankar Prasad ha deciso definitivamente di bloccare molti siti con questo tipo di contenuti. Il limite del legale e l’illegale ora diventa davvero sottile, cos’è pornografico e cosa è artistico? Cosa è legalmente giusto e cosa non lo è? Lo scorso 8 luglio la Corte Suprema ha trattato una petizione in cui sono stati evidenziati alcuni siti internet pedopornografici da bloccare.

Tra i diversi contestatori c’è chi sostiene che questa mossa non rispetti i diritti della costituzione in quanto va contro ogni genere di libertà tra cui quella di pensiero.

È inimmaginabile pensare ad internet privo di siti pornografici anche perché creano denaro in grado di sostenere l’industria delle comunicazioni. Quindi oltre le proteste degli utenti ci sono anche quelle delle aziende che si reggono sul porno ed hanno degli interessi economici a riguardo.

Per bloccare la violenza sulle donne e sui bambini bisogna solo bloccare dei siti pornografici oppure questo è il primo passo per iniziare davvero a cambiare qualcosa nella mentalità della società? Tutti noi speriamo che con o senza questo genere di siti le persone vengano rispettate per il solo fatto di essere persone.