Oggiè san Valentino, la celebre festa che, nonostante abbia una sua consistenza storia, n realtà è stata re-inventata a tavolino per motivi commerciali. Tutto ciò,tuttavia, non desta scalpore, esistono festività più o meno religiosecompletamente assorbite dalle strategie del marketing ( vedi anche Halloween).
L'invenzione della tradizione, dato che è un rituale collettivo consumeristicorilevante, soprattutto dal punto di vista economico nel nostro paese, meritasenz'altro scrupoloso approfondimento. Il giro d'affari che San Valentinosmuove tra fiori, cioccolatini e pseudo-romanticherie è colossale.
Dall'altra parte l'appuntamento d'amore è l'occasione migliore dell'anno per un regalo"brillante" e "per sempre".
Lo studio più interessante sulla settimana che comprende San Valentino, è quella fattadagli analisti di Bloomberg, secondo i quali è proprio in questo periodo che levendite al dettaglio raggiungono il loro picco maggiore, il 15,4%. Secondo l'analisi i gioielli saranno infatti in cima alla lista deidesideri per la famosa festa.
Il tutto parte dal 10 febbraio, in realtà: tale data segna, infatti, il primo giorno del nuovo anno lunare in Cina, l'annodel Serpente e come ogni anno, milioni di lavoratori migranti, sulla scia delcarnevale cinese, approfitteranno di questa festività per raggiungere i parentilontani, altri più ricchi invece si dedicheranno allo shopping.
Questa festa, insieme a quella di San Valentino, crea ogni anno una trade union che muovel'economia del lusso. Lo rileviamo in Italia, ma forse per il resto del mondovale la stessa analisi, portandolo a livelli stratosferici. Se le grandi catenedi elettronica incentivano le vendite con varie promozioni e sconti (offertacellulari per coppia, tariffe convenienti), i brand del lusso invece puntanosul fascino della fatidica serata.
Dato rilevante quello sul Pil sullo shopping di viaggi e gioielli, che pesa quasi il 50% del Pil del turismoculturale (circa 60 miliardi di euro) durante San Valentino e delle vendite al dettaglio di gioielliin Italia.
SanValentino dunque spinge l'economia. Complessivamente sono quasi 19 milale imprese lombarde interessate dalla festa degli innamorati, oltre una su otto(12,9%) tra quelle attive in Italia.
Si tratta per lo più di ristoranti(13.622), fioristi (2.020) e negozi di preziosi (1.955). Emerge da un'elaborazionedella Camera di Commercio di Milano su dati registro imprese al terzo trimestre2012 e 2011 relativi alle sedi di impresa. L'offerta più ampia per i fidanzatisi trova a Milano, dove si concentra circa un terzo degli esercizi (5.916imprese, 31,8%); seguono Brescia con 2.924 (15,7% del totale regionale) eBergamo (1.943 aziende pari al 10,5% del settore). E in Lombardia sono votateal protettore degli innamorati le insegne di 14 imprese su 135 in Italia.
Questo2013, complice la crisi, il freddo e il gelo, sarà magari un San Valentino di"austerity". Ci saranno forse meno uscite al ristorante e più cene casalinghe.
Si prevede che soltanto una coppia su due si scambierà regali. Niente gioielli,niente vestiti e se anche l'unico omaggio che resisterà sarà quello floreale,scelto da quasi il 40 per cento degli innamorati (lo afferma laCia-Confederazione italiana agricoltori, in data di oggi) sarà comunque regalo.
Oggi saranno infatti acquistati circa 13 milioni di fiori, osserva la Cia, soprattutto rose (oltre 10 milioni, cioè l'80% delle vendite floreali complessive), ma anche tulipani, orchidee e lilium. La fascia di prezzo scelta sarà quella più economica, compresa tra i 5 e i 10 euro, con una spesa al consumo che si attesterà in totale intorno ai 70 milioni di euro.
Per l'acquisto ci si rivolgerà al fioraio sotto casa (65%), mentre un altro 30% comprerà i fiori ai mercati rionali o ai banchetti allestiti per l'occasione da ambulanti.
Il vero rischio, però, è che ad essere acquistati saranno fiori "stranieri" in due casi su tre. Questo perché -sottolinea la Cia- i costi energetici sono arrivati a livelli insostenibili (+7,9% in media nel 2012) e molti floricoltori italiani hanno quindi scelto di non produrre nell'anno o di limitare i "tagli" invernali, visti i rincari per il riscaldamento delle serre.
Il maltempo, poi, ha dato un'ulteriore batosta al settore, tra produzioni danneggiate e consegne rallentate dai vari blocchi della circolazione. La conseguenza è che aumentano a dismisura, soprattutto in occasioni come San Valentino, le importazioni "selavagge" da Paesi extracomunitari come Thailandia, Colombia, Etiopia, Ecuador e, per le rose, Kenya.
"Ma la qualità del "prodotto Italia" -rimarca la Cia- va differenziata e valorizzata rispetto al prodotto importato, che ha prezzi inferiori sia perchè gode dell'esenzione parziale o totale dei dazi, sia perchè ha un costo della manodopera bassissimo, sia perchè non è tenuto agli stessi obblighi sanitari (passaporto verde, gassificazione del prodotto) che hanno invece le merci europee quando vengono esportate oltre i confini comunitari".