L'Italia è famosa in tutto il mondo per la bellezza delle sue dimore storiche e sempre più numerose sono le richieste di cittadini italiani e stranieri che desiderano sposarsi in una di queste.
Fino a poco tempo fa non era possibile celebrare matrimoni civili al di fuori della casa comunale salvo il caso, previsto dall'art. 106 del codice civile, in cui uno degli sposi, per impedimento giustificato all'ufficio di stato civile o per infermità, si trovi nell'impossibilità di recarsi presso il Comune. In tal caso "l'ufficiale di stato civile si trasferisce col segretario nel luogo in cui si trova lo sposo impedito, e ivi, alla presenza di quattro testimoni, procede alla celebrazione del matrimonio secondo l'articolo 107 dello stesso codice".
Tuttavia, a seguito di numerosi quesiti sull'argomento presentati dalle amministrazioni locali, Il Ministero dell'Interno ha precisato, con la Circolare n. 29 del 7/6/2007, che i Comuni possono "deputare una sala esterna alla casa comunale, al fine di celebrarvi matrimoni, purché l'istituzione di tale ufficio separato sia previsto da una delibera di giunta" sempre che l'edificio sia nella disponibilità del comune e ci sia "un carattere di ragionevole continuità temporale" nel suo utilizzo.
Negli ultimi tempi alcune amministrazioni comunali, per venire incontro a tali esigenze, hanno avviato progetti mirati a consentire la celebrazione dei matrimoni civili anche al di fuori dei locali comunali, presso dimore storiche o ville di particolare pregio.
E' il caso, ad esempio, del Comune di Lucca che ha avviato il progetto "Sì in Villa. Matrimoni.... fuori dal Comune", cui hanno aderito 8 antiche residenze e del Comune di Capannori, sempre in Toscana, che ha avviato analoga iniziativa cui hanno aderito ben 14 ville.
Ma in tutta Italia esistono numerose e prestigiose dimore che richiamano la tradizione e la cultura dei territori nei quali sono situate e che sono mete di turisti provenienti da tutto il mondo, che spesso chiedono di sposarsi in queste meravigliose e antiche ville.
Forse sarebbe il caso che anche altri Comuni che amministrano splendidi territori, decidessero di promuovere in questo modo, oltre al turismo, anche la valorizzazione dei rispettivi patrimoni storici e culturali.