Ancora una volta la natura ci viene in aiuto: da una ricerca botanica condotta dall'università della Virginia (Stati Uniti) è emerso che alcuni tipi di piante sarebbero in grado di indicare la presenza di esplosivi nel terreno e in particolare delle terribili mine antiuomo. Le mine anti uomo sono state definite un'arma di distruzione di massa ad azione lenta. A differenza degli altri strumenti bellici, come bombe e proiettili, le mine non hanno un bersaglio immediato, ma rimangono silenti, nascoste per molto tempo, anche anni, finché la loro presenza viene rilevata perché un ignaro civile inavvertitamente fa scattare il meccanismo esplosivo.

Secondo le stime delle Nazioni Uniti, sarebbero 100 milioni le mine ancora sepolte ed inesplose nel Terzo mondo e capaci di mietere in media 300 vittime alla settimana. Molte delle vittime muoiono per dissanguamento, infezioni e se sopravvivono sono destinati a soffrire delle gravi mutilazioni che, in assenza di riabilitazione, le taglia fuori dal mercato del lavoro e dalla vita attiva. L'unica prospettiva che hanno è quello di dipendere dalla famiglia e/o vivere di elemosina.

Ebbene la ricerca botanica del professor Donald R. Young, direttore del Coastal Plant Ecolocy Lab dell'Università della Virginia, avrebbe scoperto il modo di snidare i terribili ordigni con l'aiuto delle piante. La ricerca iniziata qualche anno fa, e sovvenzionata dall'esercito americano, aveva come obiettivo quello di studiare i danni che le piante subiscono a seguito della presenza di sostanze tossiche nel terreno.

Da qui è nata l'idea di relazionare le malattie delle piante con la presenza delle sostanze contenute nelle mine anti uomo, in particolare il TNT (Tritolo) e l'RDX (noto anche come T4 o ciclonite). Alcune specie di piante sono molto sensibili a queste sostanze e subiscono rilevanti danni da avvelenamento. Tra queste spicca l'olmo alato, molto diffuso nel Nord America.

Per questa pianta il TNT e l'RDX fungerebbe da vero e proprio erbicida.

La vegetazione nei pressi di una mina sepolta può assorbire le sostanze tossiche attraverso l'acqua presente nel sottosuolo. Queste sostanze si accumulano sui tessuti fogliari e possono provocare nella pianta stress fisiologico, visibile mediante appositi strumenti ottici.

In base a questa relazione, avvelenamento delle piante ed esplosivi potrebbe essere possibile, una volta identificate quelle maggiormente sensibili al TNT e RDX, utilizzare appositi strumenti ottici da montare su satelliti e aerei per mappare le aree dove si sospetta la presenza di mine e studiare le condizioni della flora. Ad oggi è in corso la sperimentazione: è stato realizzano un campo minato in South Carolina, nel quale la DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) ha sepolto un certo numero di ordigni. Ora si attende il responso delle piante.