In un video, una donna originaria dell’Arabia Saudita, appare mentre guida una macchina nella città di Riad, atto ancora proibito per il genere femminile in quello Stato. Infatti, poco dopo viene bloccata dalla polizia proprio per violazione di una legge che verrà abolita solo il prossimo giugno.

La legge sulla guida delle donne nell'Arabia Saudita

In questo momento l’Arabia Saudita rimane l’unico Paese al mondo ad avere ancora questo divieto, ma esso probabilmente verrà abolito dalla prossima estate: alle donne sarà possibile finalmente fare la patente e guidare.

Per arrivare a questa decisione, però, ci è voluto tantissimo tempo e moltissime proteste durante le quali molte donne sono state arrestate o zittite con delle frustate. Ci sono state anche le attiviste che hanno deciso di far valere le proprie idee ribellandosi al sistema e guidando le macchine nonostante il divieto. Alla fine di settembre, quindi, il Re Salaman ha deciso di andare in contro alla metà femminile della sua popolazione, cambiando la legge sulla guida da giugno 2018. Sono stati mesi molto duri, ma esse dovranno continuare a impegnarsi in questa lotta per la libertà: questo spiraglio non è altro che un metodo per provare a calmarle e nello stesso tempo continuare a tenerle sotto controllo.

In Arabia Saudita le donne sono tenute ancora sotto controllo

Il Paese ha iniziato da subito i festeggiamenti, ma ovviamente si tratta solo di un piccolissimo passo verso la libertà. Infatti, le donne in Arabia Saudita sono ancora sottoposte a moltissime leggi anti-liberali, che non le permettono di comportarsi e di muoversi nella propria città come nel mondo nello stesso modo in cui possono fare gli uomini.

Le donne devono continuare ad uscire solamente accompagnate dal loro marito o padre, e sono legate a loro da tutti i punti di vista: sono loro dipendenti e sono “obbligate” a seguire ogni loro ordine e volontà. Nel caso della donna del video, per esempio, dopo essere stata convocata dalla polizia e interrogata, è stata affiancata dal proprio tutore, appunto il padre o il marito (in caso di matrimonio già avvenuto), che ha dovuto firmare un foglio che attestasse, al posto e a nome della donna, che da quel momento in poi non avrebbe più violato nessuna legge. Di lei, anche se è stata identificata, non ci è possibile sapere nulla: né il nome né l’identità né il motivo per cui ha infranto la legge.