Emergono nuovi fatti sulla vita di David Patrick Kelley, il 26enne autore della recente strage del Texas nella chiesa battista di Sutherland Springs, in cui hanno perso la vita ventisei persone ed altrettante sono rimaste ferite. Questi fatti dimostrano la presenza di molte avvisaglie di quello che sarebbe stato poi il suo delitto efferato e che, se rilevate in tempo, avrebbero potuto impedire la carneficina.

Il killer, infatti, non avrebbe dovuto avere il porto d'armi. A compiere lo sciagurato e fatale errore è stata l’aeronautica militare statunitense, che non ha informato l’FBI dei suoi crimini pregressi perpetrati ai danni della moglie e il figliastro.

Se l'FBI avesse inserito l'informazione nel proprio database, l'assassino non si sarebbe potuto dotare "legalmente" del fucile con cui ha commesso l'eccidio di questa maledetta domenica in Texas.

I crimini di Kelley non inseriti nel database dell'FBI

Kelley, nonostante la giovane età, aveva già sulle spalle un passato burrascoso prima della strage del Texas. Appartenente all'Air Force, il giovane era stato congedato con disonore per due fatti gravissimi: uno relativo alla sua vita da militare e l'altro inerente invece alla sua sfera privata. L'autore della strage del Texas, infatti, aveva minacciato ripetutamente i suoi superiori e anche cercato di introdurre illegalmente armi da fuoco nella sua stessa base.

Nella sua vita familiare si era macchiato di violenza nei confronti della moglie e del figliastro, a cui aveva anche rotto il cranio, e reiterava le minacce alla donna tramite svariati sms. La sua colpa più grave, primo della strage in Texas, è stata quella di aver puntato una pistola carica verso la moglie e il figliastro.

Come ci riferisca la portavoce dell’Air Force, Ann Stefanek, "il reato di violenze domestiche di Kelley non era stato inserito nel National Criminal Information Center".

Due stragi in un mese dilaniano la vita negli Usa

Kelley aveva la passione per le armi e questo si sapeva. Infatti, sulla sua pagina Facebook mostrava con orgoglio un fucile d'assalto Ar-15 Bushmaster che, peraltro, è l'arma più utilizzata dagli stragisti statunitensi e questo renderebbe ancor più grave l'errore dell'Air Force.

A meno di un mese dalla strage di Stephen Paddock, l'America torna ad avere paura. Un mese fa ci fu, infatti, la sparatoria più sanguinosa di sempre con ben 58 morti partita dalla suite dell'hotel Mandalay Bay di Las Vegas dove Paddock ha sparato all'impazzata contro la folla radunatasi per un festival di musica country.

Due omicidi nel giro di un mese con un movente ancora oscuro. Questa escalation di violenza impone un interrogativo circa le leggi sul porto d'armi in USA che forse dovrebbero essere riviste data la presenza di soggetti imprevedibili e capaci di crimini tanto efferati quanto immotivati.

In un mese si sono verificate dolorose stragi sul suolo americano; qualche domanda è il minimo che si possa fare.