Un caffè letterario davvero "petaloso", quello del 21 marzo 2016. Dopo averci lasciato in boccail sapore del "classico",l'associazione For-ArtdiBresciaha scelto un argomento di stagione: ifiori.

Un modo discreto e raffinato di celebrare l'arrivo della primavera, sulla scia di un tema fin troppo amato da poeti e musicisti di ogni epoca. La data del 21 marzo ha permesso anche di ricordare un altro evento chiave:il genetliaco della poetessa Alda Merini.Per questo, si sono adoperati l'attore Filippo Garlanda, il soprano Laura Capretti e il pianista Giovanni Colombo.

Non è mancata la consueta e brillante moderazione del giornalista Andrea Faini.

Cominciamo con le rose

Garlanda e la Capretti hanno graziosamente aperto la serata, danzando il "Valzer dei fiori", tratto dal balletto"Lo Schiaccianoci"(1892)di Piotr Ill'ic Ciajkovskij.Il primo fiore è stata la "Rosa fresca aulentissima" del "Contrasto" (1231-1250) di Cielo d'Alcamo: una parodia della poesia agli inizi della poesia italiana stessa. Un'attraente fanciulla battibecca con il corteggiatore, salvo finire per cedergli clamorosamente. InDino Campana, invece, le passioni degli innamorati generano rose e "questo viaggio chiamavamo amore" (1917). Una lirica dedicata alla scrittrice Sibilla Aleramo e che ha ispirato il titolo di un noto film.

La voce cristallina della Capretti ha poi intonato l' "Ode saffica" (1884) di Johannes Brahms. Nel testo, il cespuglio fiorito è come una bocca e i baci sono accostati alle rose.

Amore, sogni e camelie

Non poteva mancare"La signora delle camelie"(1848), nata dalla penna di Alexandre Dumas figlio. La protagonista è ricalcata su una persona realmente esistita, la cortigiana Alphonsine (detta "Marie") Duplessis.

L'accostamento di lei ai fiori favoriti dona un poco di leggerezza alla sua tragedia.

Un estratto dal romanzo di Dumas figlio è stato letto sulle note di "Amami Alfredo": l'aria più famosa de"La Traviata"(1853) diGiuseppe Verdi: versione operistica del celebre dramma.

Ne"La signora Dalloway"(1925) diVirginia Woolf, i fiori offrono alla protagonista un "mondo altro" di bucolica perfezione - alternativo all'imprigionamento nella vita borghese, al matrimonio di facciata che nasconde l'attrazione di lei per le donne.

Il sorriso è tornato con una composizione pianistica di Colombo, che ricuciva il "Girasole" (1999) di Giorgia, "Papaveri e papere" (1952) di Nilla Pizzi, "Rose rosse" (1969) di Massimo Ranieri, "Quel mazzolin di fiori" e altri brani a tema.

Contro il buonismo

Il tono comico è stato raggiunto da Garlanda, con la sua interpretazione di"Per fare un albero". L'attore ha regalato alla canzone una fioritura - appunto - di modifiche assai poco buoniste, che comprendevano rutti, ruspe e roncole. Perché sarà anche vero che "per fare tutto ci vuole un fiore" ma non basta.

Sulla stessa linea, si muoveAldo Palazzeschi, con la sua "I fiori" (1913). Altro che Natura incontaminata. Persino rose, gigli e violette nascondono scandali degni della peggior borghesia.Non parliamo dei due poveretti, un "lui" e una "lei", che si sono imbarcati nell'insidiosolinguaggio dei fiori.

Omaggi floreali

Ad Alda Merini, come dicevamo, è spettata una commemorazione tramite i suoi stessi versi: "Sono nata il ventuno a primavera." (1991). Con lei, è stato omaggiato il compositore bresciano Giancarlo Facchinetti, eclettica voce del Novecento. Non sono potute mancare le note della"Primavera"(1720)diAntonio Vivaldi, eseguite al pianoforte.