Secondo gli ultimi dati rilevati dall'Istat, la disoccupazione giovanile vola al 44,2%, e trovare lavoro per i ragazzi che terminano gli studi è ormai una vera sfida. Ma c'è anche un rovescio della medaglia: nel solo primo trimestre del 2015 sono 29.000 i posti di lavoro disponibili che le aziende hanno offerto ma che nessuno cerca, e per questo rimangono vacanti. Questi i dati raccolti da un sondaggio fatto dall’Ordine dei Consulenti del Lavoro. E' una fotografia paradossale, che evidenzia come spesso domanda ed offerta non riescono ad incrociarsi.

Nuove opportunità all'orizzonte per chi cerca di affacciarsi nel mercato del lavoro arrivano dalla privacy, come evidenziato da Andrew Wyckoff, Science, Technology and Innovation Director dell’Ocse, che recentemente ha affermato: "Le cose si stanno muovendo molto velocemente, con l’arrivo dei Big Data e l’internet degli oggetti, e noi dobbiamo fare in modo di essere pronti per l’impatto che tutto questo avrà su privacy, sicurezza e fiducia, nonché sulle competenze e l’occupazione.”

Il Regolamento Europeo sulla protezione dei dati

L'affermazione del Mercato Unico Digitale, ed il Regolamento Europeo sulla protezione dei dati, che attende di essere approvato probabilmente già prima della fine del 2015, secondo Confindustria Digitale promettono infatti fino a 700 mila posti di lavoro nei prossimi cinque anni.

Ma quali saranno le figure ricercate dalle aziende? quali sono le competenze necessarie? occorre un titolo di studio specifico? fino a che punto sarà necessario conoscere l'inglese?

Finora i nuovi scenari europei sono promettenti, ma mancano purtroppo riferimenti certi che permettano ai giovani di orientarsi per cogliere le opportunità delle professioni digitali e della privacy. A breve però chi cerca lavoro potrà beneficiare dei risultati di una ricerca condotta presso un campione di 1.000 aziende italiane direttamente interessate ad avere specialisti della protezione dei dati nel proprio organico.

A condurre questo studio specializzato del settore è Federprivacy, l' associazione di riferimento dei privacy officer in Italia iscritta presso il Ministero dello Sviluppo Economico.

Lo scopo dello studio "I profili professionali sulla privacy e il nuovo Regolamento Europeo", è quello di determinare esattamente quali sono le figure e le competenze di cui il mercato realmente necessita, ed aiutare chi cerca lavoro ad evitare di fare "buchi nell'acqua".

Il report finale dello studio sarà presentato al5° Privacy Day Forum e sarà anche messo a disposizione dei tavoli UNI, presso cui è stato avviato un progetto di norma nazionale sui profili professionali della privacy, e anche dello stesso Garante della Privacy, per fornire un quadro generale sulle potenzialità occupazionali della nuova normativa sulla protezione dei dati personali, che prenderà il posto dell'attuale Codice Privacy (Dlgs 196/2003), entrando in vigore in tutti e 28 Stati membri dell'Unione Europea.