Sempre più donne entrano nel mercato del lavoro, e chi lavora nel privato o è un lavoratore autonomo ha maggiori difficoltà nel conciliare lavoro e l’essere neo mamme rispetto a chi lavora nel pubblico, per via delle politiche attive del lavoro garantiste soprattutto per i dipendenti pubblici. Ora si sta presentando una nuova opportunità per conciliare lavoro e famiglia, proprio perché le donne che lavorano e che desiderano avere un figlio sempre di più. La nuova possibilità si chiama "smart working” ed è un nuovo sistema di lavoro molto innovativo ed è basato soprattutto sulla flessibilità nel gestire i tempi di lavoro, la sede e gli strumenti da utilizzare.

Tutto questo è possibile grazie alle nuove tecnologie.

Condizioni necessarie per lo smart working: risorse umane, tecnologie e monitoraggio del lavoro

Lo smart working, quindi, prevede un nuovo modello di organizzazione del lavoro, in cui sono necessari queste condizioni:

  • Risorse umane: il personale deve essere predisposto a questa nuova forma di lavoro e deve essere flessibile.
  • Tecnologia: sono molto utilizzate le nuove tecnologie.
  • Monitoraggio costante del lavoro.

In Italia già lo utilizza l’8% dei lavoratori e, in base alla ricerche, chi lavora fuori dalle aziende è più produttivo di chi è in ufficio, è meno assenteista ed è più appagato, riducendo il burn out, il mobbing e la possibilità di lasciare l’azienda.

Inoltre, da un’altra recente ricerca effettuata dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano è stato stimato che adottare le pratiche di smart working significa anche un aumento di 27 miliardi di produttività e 10 miliardi di meno di costi fissi.

Occorre legiferare in materia

Il quadro normativo non è ancora ben chiaro e attualmente si sta utilizzando impropriamente alcune leggi: infatti per la flessibilità sia sta utilizzando la normativa dei congedi genitoriali tramite l’applicazione delle disposizioni del D.lgs.

151/2001 e la flessibilità oraria viene spesso identificata con il solo part-timeocon la banca ora in alcuni settori. Per questi motivi, da alcuni anni si sta discutendo di regolamentarla meglio. È infatti necessario modificare la legge: attualmente lo smart working è ancora poco utilizzato per via della eccessiva rigidità e limitatezza della normativa in merito: è l’ennesima constatazione che la legge non va di pari passo con l’evoluzione della società moderna.

In questo caso non tiene conto degli strumenti tecnologici. La proposta di legge nasce sia dalla necessità di superare questo blocco sia di incoraggiare una nuova modalità lavoro, anche a favore di tante mamme, disabili o famiglie con anziani e disabili che non si possono allontanare dai propri cari in difficoltà. I vantaggi ci sono anche per le aziende che vedono abbattere i costi e gli obblighi legati alla sicurezza sul lavoro con un nuovo impianto in materia di sicurezza fondato sull’informazione e sulla prevenzione, grazie alla fornitura di strumenti informatici appropriati.