La discussione sulla riforma del sistema previdenziale continua. Il dibattito su come modificare la normativa, relativamente ai lavoratori precoci, entrerà nel vivo della questione subito dopo la pausa estiva, che inizierà nei prossimi giorni. Il presidente della Commisione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, sembra essere ottimista sui quei lavoratori che, anche se non hanno raggiunto i requisiti pensionistici, hanno più di 35 anni di contribuzione versata. Parliamo di quelle persone che hanno iniziato a lavorare prima del compimento del 18esimo anno di età.

Si cerca per loro un sistema che permetta l'uscita anticipata dal lavoro senza penalizzazioni. Il ddl numero 857 prevede il sistema cosiddetto Quota 41, indipendentemente dall'età anagrafica.

Obiettivo: non applicare il sistema contributivo per i lavoratori precoci

L'obiettivo fondamentale è quello di 'mettere a riposo' i lavoratori senza che venga applicato per loro il sistema contributivo (con conseguente taglio degli assegni pensionistici tra il 20 e il 30 percento), così come prevede la proposta del presidente dell'Inps Tito Boeri. Allo stesso tempo, le aziende avranno la possibilità di rinnovare il personale al loro interno, cercando di incrementare l'occupazione giovanile in questo periodo in cui la disoccupazione, per i più giovani, ha raggiunto il 45 percento.

Anche lo Stato avrebbe i suoi vantaggi con la ricezione di nuove tasse da parte del neo assunto e dal neo pensionato, così come evidenziato dal sito internet investireoggi.it.

Le discussioni parlamentari riprenderanno nel mese di settembre

Non ci resta che aspettare il termine della pausa estiva e, di conseguenza, la ripresa dei lavori parlamentari nel mese di settembre.

Discussioni che dovranno riprendere anche alla luce dell'approvazione della Legge di Stabilità, che avverrà entro la fine dell'anno. Il governo Renzi avrà la necessità di conoscere in che stato versano le casse dello Stato per poi giungere ad una riforma del sistema previdenziale italiano.