Il Segretario Nazionale del sindacato ANIEF spiega con argomentazioni argute il suo convinto no alle varie proposte di abolizione delle gite scolastiche, giunte da più parti, dopo la morte dello studente in visita a Milano per l’Expo. L’accaduto ha provocato forti polemiche, anche perché segue di pochi mesi un’altra scottante disgrazia simile a quest’ultima e ancora sotto la lente d’ingrandimento delle cronache nere di questi giorni.

Gli insegnanti: il vero problema è la famiglia, molto assente nella vita dei loro figli

L’analisi delle osservazioni compiute da Pacifico, fanno eco alle opinioni di molti insegnanti i quali ritengono di non dover colpevolizzare tutti i ragazzi, anche perché non sono tutti pronti a, come si dice in gergo, ‘sballarsi’ come il ragazzo morto pochi giorni fa.

La Scuola, invece, dovrebbe riflettere sulla sua funzione educatrice e sull’importante ruolo che ricopre, subito dopo la famiglia, nella nostra attuale società per quanto concerne l’educazione didattica e quella disciplinare. E qui, secondo l’opinione di molti formatori, ‘casca l’asino’, proprio la famiglia, a detta di molti insegnanti, non è presente affatto nella vita di molti studenti. Sbandati proprio perché lasciati troppo soli da genitori poco attenti delle loro esigenze affettive e molto impegnati nella loro vita lavorativa.Il problema di molti adolescenti attuali risiede proprio nella sconfinata solitudine in cui vivono, finendo, spesso, per seguire il branco e decidendo di uniformarsi alle 'mode' dello stesso.

Quella dello ‘sballo’ è attualmente la moda più diffusa: superalcolici, droghe leggere e pesanti sono gli strumenti per scardinare definitivamente le porte della perdizione.

Si alle gite scolastiche ma più tutele agli insegnanti

Ritorniamo sull'argomento - Secondo il Presidente dell’ANIEF, la decisione annunciata da più parti, relativa all'abolizione delle gite scolastiche e delle visite didattiche, non sembra essere il rimedio giusto perché, viaggiare rappresenta un momento di crescita, sociale, culturale e di formazione individuale irrinunciabile.

Gli insegnanti però chiedono alle Istituzioni un'adeguata regolamentazione di questo fenomeno, cresciuto a dismisura in questi ultimi anni. Pacifico, infine dichiara: ‘Certamente, è compito della scuola, della famiglia e di tutte le agenzie educanti cercare di indagare sui perché di certe devianze'. Con molta discrezione e diplomazia, descrive sinteticamente le richieste del mondo della scuola a proposito di tutela dei docenti e continua: 'Come, allo stesso modo, occorre fare in modo che le istituzioni, ad iniziare dall'amministrazione scolastica, tutelino quei docenti che nell'accompagnare i loro allievi nelle visite d’istruzione, si fanno carico di responsabilità enormi a titolo praticamente gratuito’.

Questa ultima frase testimonia la grave condizione in cui molti insegnanti sono costretti a lavorare nella scuola pubblica italiana, a costo zero e con un carico di responsabilità superiore al mandato da loro ricevuto. Per molti docenti, non accompagnare gli alunni dovrebbe essere la decisione più logica, spesso però, risulta l'ultimo dei pensieri che pervade la coscienza di un onesto e serio insegnante, dispiaciuto di non poter offrire una sana opportunità ai loro studenti.