In mostra allo Spazio Raw l’esposizione fotografica “A Journey Through Nowhere” fino al 20 ottobre 2016. Il progetto di Ciro Bertini (Veneto, 1982) è raccontare Milano, la Milano di oggi, la Milano che è stata, le due facce della stessa città, in un incontro che a volte ha dell’incredibile. Dopo aver consultato una trentina di libri nell’archivio della Biblioteca Sormani, Bertini fa partire la sua ricerca sin dai primi del ‘900. Sovrapponendo le immagini selezionate della Vecchia Milano e gli scatti contemporanei realizzati dallo stesso autore nei medesimi luoghi, con una Canon EOS 70D, compone 14 opere 30x40cm, circa, utilizzando Photoshop.

Conoscere Milano non significa solo osservarla e viverla nei nostri giorni ma studiarne i mutamenti, oltrepassando le barriere del tempo, inoltrandosi nella storia.

“I mutamenti più significativi interessano senza dubbio le vie di Milano dove in origine scorrevano i navigli. Via Fatebenefratelli, via Francesco Sforza, piazza San Marco, via Molino delle Armi e la Conca dell'Incoronata sono a mio avviso le foto in cui il contrasto tra ieri e oggi spicca maggiormente. – racconta Bertini - Aggiungo inoltre via Spallanzani, dove passava addirittura un ponte ferroviario, demolito a partire dal 1933. Per me che non sono nato né cresciuto a Milano è stato molto interessante e istruttivo scoprire come si presentava agli inizi del secolo la città in cui vivo, ritrovando dettagli come lo storico Gamba de legn o situazioni incredibili come la raccolta del grano in piazza Duomo”.

La corsa verso il futuro rende certamente più frenetica la città; con l’arrivo delle auto tutto è stato rielaborato in funzione della loro circolazione. Gli scorci d’acqua sono stati quindi ricoperti d’asfalto cosicché i cittadini potessero agevolmente raggiungere le distanze urbane. Il dopoguerra, invece, ha dato vita agli orti di guerra, per quello di fronte a Piazza duomo, per esempio, notiamo i mietitori lavorare il grano.

Oggi pare che l’esigenza primaria della città sia conformarsi alla visione metropolitana europea, creare atmosfere arricchite dal progresso del design, concentrarsi sullo sviluppo della tecnologia, dando spazio al verde a volte in verticale, se gli spazi non consentono la sua proliferazione in orizzontale.

Milano prima di essere città è storia

Il fascino di una città come Milano, dove pare che la vita scorra più in fretta, è stato ispirazione di molti artisti, tra scrittori e pittori. Le sue trasformazioni sono state studiate nei dettagli anche ripensando a chi l’ha abitata, a quei personaggi che l’hanno vissuta, che già di per sé hanno fatto storia. Come scrive Gianni Biondillo nella sua “Metropoli per principianti”: “All’incrocio del Viale Forlanini butto l’occhio come al solito per vedere il ponticello viola che lo scavalca. Che ormai non è più viola, è blu. Ho fatto in tempo a descriverlo in un mio romanzo e subito qualcuno l’ha dipinto di un altro colore. Milano, alla fine, è anche questo inseguirla.

La cronaca è sempre un passo indietro in questa città, è subito memoria, è subito storia”.

“Journey Through Nowhere” è un percorso fotografico attraverso una città che non è reale, uno specchio dove il presente si riflette nel passato e viceversa, una visione transizionale, forse “fantasma”, così come la descriverebbero Michele Mari e Velasco Vitali. Nella loro opera testuale intitolata proprio “Milano fantasma”, dove accanto al narrato di Mari, scorrono tra le pagine i disegni a matita dell’artista lombardo, si scava tra i misteri delle persone che hanno fatto, in un certo senso, Milano, come il Manzoni: pare di vederlo ancora passeggiare nella sua piazza Belgiojoso…