Allo Spazio Raw (C.so di porta ticinese 69, Milano) dal 1 al 24 dicembre 2016 si presenta il Mondo della fantasia del Gabibbo, storico personaggio di Striscia la notizia realizzato da Antonio Ricci. Il mondo della fantasia è' invece idea di Gero Caldarelli, da sempre il suo ripieno, ovvero colui che lo anima da ben ventisette anni.Una selezione di opere, in gommapiuma e smalti ad acqua, di questo noto attore teatrale e televisivo, mimo fin dal’60, si mostrano al grande pubblico in “Con lo sguardo di un bambino che sorride”.

Anche i pupazzi con Gero Caldarelli possiedono un’anima; i pupazzi hanno avuto un ruolo dominante nella sua vita.

Prima del ’90, l’anno in cui è stato scelto da Antonio Ricciper animare il Gabibbo, insieme a Lorenzo Beccati, la sua voce parlante aveva costruito e dato corpo già a un migliaio di pupazzi. “Ho sempre cercato di portare un mondo colorato. Infatti questa mostra la vorrei chiamare “Con lo sguardo di un bambino che sorride”. Il loro mondo dovrebbe anche essere il nostro mondo, non solo dei bambini”. Ciò che più conta in lui è liberare la fantasia, sprigionare gioia, allegria. La fantasia in Gero è ”lo sviluppo continuo del colore, che invece rappresenta tutto quello che possiamo godere, gioire. È vita”. Con Gero tutto si anima, non solo le persone, gli animali, ma anche le piante, i fiori, “un fiasco di vino”… tutto parla, ride, si muove.

Non significa che se la fantasia primeggi, la profondità dei messaggi sia esclusa, anzi spicca in ogni sua opera un gesto del pensiero in grado di farci pensare. Filosofia e sociologia s’incontrano in un caleidoscopio di mini personaggi, colori e forme che accompagnano il Gabibbo in questo viaggio dell’immaginazione.

Nell’universo dell’infanzia si ritrova la nostra purezza

Nel mettere in atto le sue pitto-sculture, usando come materiale la gommapiuma - lo stesso materiale dei suoi pupazzi - ci porta un po’ sulle nuvole, in alto dove i pensieri si fanno leggeri, dove s’incontrano i sogni, i bimbi, e gli adulti-bambini. Il segreto per risvegliare quel famoso fanciullino pascoliano che è in noi, secondo Gero Caldarelli risiede nella semplicità dell’essere, nell’ascolto, nel gioco, nella tolleranza, nella purezza della verità.

“Si dovrebbe usare l’umiltà per vincere l’arroganza. Incominciare ad ascoltare tutto e tutti e non solo quello che ci fa comodo. Allora sarà possibile rimparare tutto da capo e iniziare a giocare insieme, senza odiarci perché diversi”.

Il suo primo quadro risale al 2001: Titanic si scontra contro una roccia. Da quel momento prendono vita vari lavori, di molteplici dimensioni, da 60x80cm a 18x13cm. Costruiti con l’annessione di cornici anch’esse in gommapiuma e smalto ad acqua, con cui rimangono attaccati grazie all’uso del veltro, i suoi quadri possiedono quasi tutti un titolo e un significato. Così, per esempio, in “Eshofuni” compare un faccione al centro del quadro, che pare quello di un folletto; un albero lo sovrasta, mentre da alcune finestrelle si materializzano situazioni differenti, ovvero il mare, la campagna, la strada con un giocoliere.

Come vuole il titolo dell’opera, il significato rotea attorno all’inseparabilità dell’uomo con il suo ambiente. In “Lista d’attesa” sfilano una serie di barelle una dietro l’altra; sono in primo piano per divulgare la notizia di una denuncia in particolare, in ricordo di quell’ospedale incompiuto scoperto dal Gabibbo durante “Striscia La Notizia” negli anni ’90, uno dei tanti ospedali mai finiti, finti appalti richiesti solo per derubare le tasche dello stato. Con “Albero della vita” ci s’immerge in pieno nel suo animismo: una tavola è imbandita, un treno percorre lo spazio, un razzo è in partenza, un fiore va sull’altalena.

Per il resto, basta il sorriso di un bambino per rendere tutto reale.