Dopo sei mesi di raccolta firme i senatori del Movimento 5 Stelle sono riusciti a mettere insieme oltre 200 mila firme, consegnate ieri mattina a Palazzo Madama a Pietro Grasso, presidente del Senato. Il M5S propone una legge popolare, che consente di indire un referendum consultivo per far scegliere agli italiani se rimanere o no nell'area Euro. Un vero e proprio referendum sulla moneta unica europea che, secondo quanto scrive Beppe Grillo sul suo blog, vede «Da un lato i cittadini e dall'altro i partiti che dovranno scegliere tra: ignorare le firme come è già accaduto altre volte, o permettergli di esprimersi su un tema principale della vita economica del Paese, sul quale non si è mai affrontato un dibattito».

Nei piani dei pentastellati c'è anche l'intenzione di presentare alla Camera una legge di iniziativa popolare per avviare una discussione. Secondo i loro programmi, dopo l'approvazione della legge costituzionale che introduca a livello costituzionale il referendum consultivo, gli italiani avranno la possibilità di andare alle urne ed esprimere il loro desiderio di uscire o rimanere nella Comunità Europea e continuare a tenere l'euro come moneta unica.

I Parlamentari grillini sono convinti che: «Siamo entrati nell'euro in seguito alle menzogne della sinistra e grazie al benestare della destra. Con questa iniziativa il M5S aprirà una consultazione su questa spinosa questione e nel caso in cui il voto sia favorevole per una uscita dall'euro la maggioranza di Governo dovrà tenerne conto per non passare dalla parte di chi non ascolta il volere popolare.

Il referendum sull'euro rappresenta un voto sul futuro dell'Italia».

Il senatore M5S, Vito Crimi, commenta così la proposta del Movimento: «Gli italiani non hanno deciso in merito all'introduzione della moneta unica, la decisione è stata presa e semplicemente imposta. Anche altri Paesi dell'eurozona stanno cercando il modo di contrastare i soprusi della Bce.

Noi vogliamo dare una opportunità di espressione agli italiani, soprattutto a tutte quelle imprese che lavorano in un Paese che non ha la sovranità monetaria. Siamo arrivati al punto di doverci riprendere il controllo della nostra economia, non si può scendere più giù di dove siamo ora. C'è necessità di un forte cambiamento per uscire definitivamente dalla crisi e far ripartire tutta l'economia nazionale».