L'importanza della conservazione del patrimonio naturale è ormai conoscenza acquisita e non già appannaggio di idealisti seguaci di tendenze passeggere. Qualunque iniziativa, sia da parte di imprenditori privati che di istituzioni pubbliche, che abbia come finalità principale o corollario il miglioramento della qualità ambientale, è accolta con favore generale. In questo contesto vengono quindi accolte le notizie rilasciate a 4 giorni di distanza l'una dall'altra, che riguardano le azioni concrete da parte dell'Unione Europea in termini di investimenti in protezione della natura.

Il 7 aprile scorso è giunta la prima boccata d'aria fresca per i grandi predatori africani, con lo stanziamento di un fondo di 12 milioni di euro per la loro protezione. Il fondo sarà gestito dall'IUCN (International Union for the Conservation of Nature).

Le popolazioni di grandi felini come leoni, leopardi, ghepardi sono in progressivo declino, a causa dell'antropizzazione e perdita di habitat disponibili e ovviamente del bracconaggio. La specie che versa in peggiori condizioni è il ghepardo, di cui restano solo 7 mila individui in natura. Tra i canidi, la specie maggiormente a rischio è il lupo etiope, Canis simensis. E' estremamente raro (500 individui in natura) ed è particolarmente vulnerabile per l'areale di distribuzione ridotto e frammentato.

Secondo la Lista Rossa dell' IUCN è classificato come " in pericolo", cioè a rischio di estinzione.

Il nuovo impegno dell'Unione Europea

A stretto giro, è di oggi la notizia di un nuovo impegno dell'Unione Europea per l'Ambiente: è stato firmato dalla Commissione Europea e dalla Banca Europea degli Investimenti un accordo per erogare attraverso lo strumento del Natural Capital Financing Facility un prestito da 6 milioni di euro al "Rewilding Europe Capital" .

Con tale impegno saranno sostenuti 30 progetti finalizzati alla conservazione della biodiversità. I progetti riguardano diverse aree europee tra cui l'Appennino Centrale italiano. Rewilding Europe e NCFF sono incubatori finanziari a sostegno dei progetti di tutela, ripristino e salvaguardia dell'ambiente, nonché di tutte le attività umane che nel loro svolgimento pongono l'uomo come parte integrante dell'ambiente naturale.

Quanto detto finora porta con sé la considerazione che se da un lato progetti di ricerca e di attività di conservazione della natura sono quanto mai necessari, questi non si possono svolgere senza risorse economiche a sostegno. Lungi dall'essere un compromesso necessario, bisogna percepirlo come occasione per una economia sostenibile, opportunità di impiego nei mestieri "green" e divulgazione di buone pratiche comportamentali verso l'ambiente. Il valore aggiunto di queste iniziative è che il Vecchio Continente procede in direzione meritevolmente contraria rispetto ai recenti balzi indietro operati negli Stati Uniti d'America.

L'obiettivo, tuttavia, potrà dirsi raggiunto quando non avremo più bisogno dei verbi "proteggere", "tutelare" e "conservare" per rivolgerci alla natura, ma useremo invece il verbo "convivere".