Dalle prime risultanze investigative sull’inchiesta di Fanpage.it in campania, pare che in 5 anni i costi per lo smaltimento dei rifiuti siano più che raddoppiati. La parola d’ordine è “emergenza”. Poca trasparenza, ripetute gare andate deserte e affidamenti diretti alle solite imprese hanno determinato in Campania (e non solo) un vero e proprio sistema per fare soldi… oltre che politica.
Inchiesta ‘Bloody Money’: i costi iniziali per lo smaltimento dei rifiuti raddoppiati
A svelare queste indiscrezioni circa l’affare emergenza sulla raccolta dei rifiuti campani è stata la nota testata online Fanpage.it con la clamorosa inchiesta giornalistica denominata ‘Bloody Money’. Tutto ruota intorno al prezzo per tonnellata per smaltire i cosiddetti fanghi. I giornalisti campani hanno svelato, attraverso i loro video, un vero e proprio sistema che ha fatto lievitare di molto i prezzi di smaltimento dei rifiuti inizialmente pattuiti. Questi ultimi sono addirittura raddoppiati nell’arco di un quinquennio: da 120 €/tonnellata a oltre 200 €/tonnellata.
La giustificazione a tutto questo? L’emergenza. Questa situazione contingente ha, di fatto, imposto per legge l’affidamento diretto ad alcune ditte specializzate (sempre le solite). La necessità è divenuta per obbligo virtù, il tutto giustificato per scongiurare danni alla salute pubblica ma che di fatto (con molta probabilità) ha prodotto e sta attualmente procurando più danni di prima. La situazione è aggravata dal fatto che tale sistema è avvenuto per anni nella massima trasparenza (almeno apparentemente) e tutto alla luce del sole. Si è operato in “regime di proroga”, aggirando la normativa e svincolando gli enti affidatari al rispetto delle procedure contenute nei regolari bandi pubblici di affidamento.
In questi giorni di campagna elettorale il primo a sentirsi chiamato in causa è stato (come previsto) anche l’ex governatore della Campania, Stefano Caldoro. L’attuale leder dell’opposizione di centrodestra in Consiglio regionale, attraverso un’intervista rilasciata a ‘ilfattoquotidiano.it’, parla del periodo in cui egli stesso governava la Regione Campania. Loda la sua integerrima attività super partes di controllo sull’aspetto rifiuti e ribadisce come i costi di allora si aggirassero tra i 120-125 €/Tonnellata. Prezzi ben differenti rispetto a quegli attualmente in vigore e autorizzati dall’amministrazione De Luca.
La politica si occupi di correggere le norme sull’affidamento diretto in caso di proroghe dovute all’emergenza rifiuti
Non vogliamo raccontare altro. In questa inchiesta (oggi giornalistica ma a breve giudiziaria) sarà chi di dovere a fare la massima chiarezza. Gli inquirenti avranno l’arduo compito di svelare ulteriori scenari, chiarendo con esattezza circostanze, fatti e personaggi coinvolti in tutto questo ‘letame’ etico ed affaristico.
Se fossero realmente confermati i fatti raccontati dall’inchiesta di Fanpage.it, allora si dovrebbero assolutamente mettere in discussione le attuali norme sugli affidamenti diretti in regime di proroga. Si dovrebbe (prima di tutto) privilegiare la salute pubblica della collettività, punendo con pene certe ed esemplari chi si sporca le mani dal punto di vista etico oltre che economico, attraverso questo grave reato corruttivo (Imprenditori, politici, amministratori e funzionari pubblici), fenomeno oggi divenuto endemico in molte località della nostra Penisola.