Forse Milan-Inter, proiettato nel 2015, non sarà un derby di un'importanza storica rilevante, forse non sarà decisivo come il ritorno della semifinale di Champions League del 2003, forse - anzi sicuramente - non ci saranno gli stessi interpreti in campo, siamo d'accordo perfetto, ma in ogni caso Milan-Inter è un po' come Sanremo, e scusateci se approfittiamo di questo alto momento per lasciarci andare ad un 'perché Sanremo è Sanremo'. Che non sia più il derby di una volta lo si capisce dallo spazio che i telegiornali regalano alla partita, pari a zero, tira di più un secondo posto di Vettel oppure un ottavo tempo di Valentino Rossi in Argentina, non c'è nemmeno grande fermento nei siti che dovrebbero vivere minuto per minuto la vigilia del derby, non c'è forse nemmeno lo stesso ardore, la stessa rabbia agonistica negli occhi dei due allenatori, con Inzaghi che può comunque essere un po' più tranquillo considerate le recenti dichiarazioni di Galliani, che ha ipotizzato una possibile permanenza di Pippo anche nella prossima stagione qualora i risultati nelle ultime 7 partite di campionato diano ragione all'ex bomber della Champions League.