Si è concluso il calciomercato per praticamente tutte le società professionistiche d'Europa e naturalmente anche per l'Inter. La sessione trasferimenti condotta dalla società nerazzurra si è rivelata piuttosto diversa da quella che ci si attendeva, dato che nell'immaginario collettivo il lavoro di Piero Ausilio e Walter Sabatini avrebbe dovuto portare ad una vera e propria rivoluzione all'interno della rosa.
Un'eventualità scongiurata dalle idee di Luciano Spalletti che, praticamente da subito, ha sottolineato che andava preservato quanto di buoni ci fosse e l'intervento richiesto non doveva essere poi così ingente. L'opera di rafforzamento per certi versi è stata chirurgica e lontana, come politica, anni luce da epoche in cui si spendeva e si spandeva per calciatori la cui affidabilità in Serie A era tutta da verificare.
Manca qualcosa?
Fino alla fine l'Inter ha provato a cercare un'occasione che potesse regalare a Luciano Spalletti l'opportunità di avere una scelta in più in difesa, ricordando come il tecnico avesse fatto di tutto per rallentare il passaggio di Murillo al Valencia.
Skriniar e Miranda offrono ampie garanzie come coppia titolare, ma la sensazione che servisse qualcosa in più è tangibile. Sotto il profilo numerico vanno considerati Ranocchia e l'opportunità di spostare D'Ambrosio al centro quando servirà, ma probabilmente questo non basta. L'ex difensore del Genoa era destinato a partire, farne la prima alternativa oggi potrebbe essere un rischio. Un rischio calcolato, invece, potrebbe essere la promozione in pianta stabile di Zinho Vanhesuden. Il belga, classe 1999, può essere considerato una colonna della Primavera campione d'Italia e sembra avere il pedigree del potenziale grande campione. Le promesse non sempre vengono mantenute, ma la prova del nove potrebbe essere gettare nella mischia un ragazzo nella tipica età in cui si rischia di bruciare i buoni giocatori, ma non i predestinati.
Come mai non è arrivato nulla?
Valorizzare il giocatore sarebbe un vero e proprio colpo gobbo per la società, nel frattempo si cercano spiegazioni al mancato arrivo di un centrale e sono facilmente rintracciabili: Mustafi era l'obiettivo numero uno, ma l'Arsenal non ha inteso trattare sulla cifra richiesta e neanche sulle modalità di pagamento, mentre l'idea di prendere Mangala in prestito secco non ha mai convinto del tutto i dirigenti interisti.