Gioco Libero! Questa frase, a noi quaranta/cinquantenni che amiamo il calcio, fa tornare in mente grandi calciatori come Scirea, Baresi, Wilson per rimanere in Italia o altrimenti Beckenbauer, Krol se pensiamo all'estero. Questi non erano semplici difensori, innanzitutto avevano i piedi "buoni", tanto è vero che spesso iniziavano la manovra, cosa non proprio scontata nel calcio degli anni 70 o 80 quando i difensori erano gli "scarpari" per antonomasia, ma soprattutto erano ricchi di personalità (oggi li chiameremmo dominanti) e non di rado facevano anche gol.

Il ruolo del libero nel calcio si andò diffondendo a partire dagli anni 50, conosciuto dapprima come battitore libero in quanto era l'unico difensore senza marcatura fissa sull'attaccante avversario a differenza dei terzini e dello stopper. Questo ruolo è legatissimo all'epoca in cui si marcava a uomo e soprattutto si utilizzava "il catenaccio" che era un sistema di gioco attento soprattutto a non prendere gol.

Quando ancora i giocatori non avevano la maglietta col numero personalizzato il libero lo riconoscevi perché indossava la maglia numero 6 oppure la maglia numero 4 (Franco Baresi) spesso avevano anche i calzettoni abbassati (non si usavano ancora i parastinchi) ed in alcuni casi, sempre come Baresi, la maglia fuori dai calzoncini.

Ultimo Baluardo

Spesso così chiamato, il libero, spesso era un calciatore generoso con buona corsa e velocità utile soprattutto nei raddoppi, perché anche se non aveva una marcatura fissa era pur sempre un difensore. Il ruolo veniva interpretato in diversi modi c'era chi badava solo al sodo e cioè spazzava l'aria da tutti i palloni che vi transitavano o chi giocava come fosse un centrocampista aggiunto. L'ultimo libero da me avvistato è stato Beppe Bergomi ai mondiali di Francia 1998, che venne schierato in questa posizione dall'allora commissario tecnico Cesare Maldini (anch'esso un ex specialista del ruolo), dopodiché il libero sparì e coloro che ne intrepretavano il ruolo diventarono a poco a poco dei "semplici" difensori centrali.

Il libero nello specifico era quello che comandava la difesa azionando il fuorigioco al grido del fantomatico "usciamo", faceva da guardia al palo sui calci d'angolo a sfavore e si metteva come primo di barriera quando alla propria squadra veniva fischiata una punizione contro all'altezza del limite dell'aria. Era senz'altro il calciatore più amato dai portieri, le sue buone prestazioni spesso coincidevano con le sorti dei compagni portieri creando dei sodalizi storici ed imbattibili come Scirea-Zoff. Con l'andata in pensione del libero il calcio è diventato un po' meno romantico e le difese un po' più colabrodo.