Nell'immaginario collettivo, il calciatore di Serie A è visto come una persona costantemente felice, in grado di poter realizzare ogni proprio sogno grazie a una grande disponibilità economica. Nella realtà dei fatti, però, dietro al ricco professionista, si nasconde sempre un uomo che, in quanto tale, possiede fragilità e insicurezze. Proprio Gianluigi buffon, uno dei giocatori più conosciuti nel panorama calcistico mondiale, ha nuovamente spiegato che la parola ricchezza non è sinonimo di felicità.
Il periodo più buio
Nonostante Marilyn Monroe preferisse piangere sul sedile posteriore di una Rolls Royce piuttosto che su quello di un vagone del metrò, lo stato emotivo caratterizzato da tristezza e sconforto risulterebbe invariato. Secondo quanto riferito da Gianluigi Buffon nel libro "Demoni", nel lontano 2004 fu colpito da una grave forma di depressione, che si trascinò dietro per oltre un anno. "La Stampa", ha riportato uno stralcio della sua esperienza, concentrandosi su alcune frasi particolarmente significative, nelle quali l'ex numero uno della Juventus esprime in maniera evidente quel suo terribile stato mentale.
Gigi, infatti, ha dichiarato che, in quel periodo, aveva completamente perso la gioia di vivere e che, anche il suo corpo, sembrava non fosse più sotto il suo controllo. Il suo respiro era continuamente affannato e il cuore, troppo spesso, sembrava battesse a mille. In aggiunta, il portiere si sentiva solo e non capito da nessuno. Una situazione durante la quale, per sua stessa ammissione, ha avuto più volte paura di morire.
Un episodio allarmante
In particolare, "La Stampa", si è concentrata su uno specifico episodio dell'anno terribile di Gigi Buffon. Secondo quanto riportato dal giornale, l'evento risale ad una sfida del 2004, quando la Juventus affrontò in casa la Reggina. Nel prepartita, il portiere bianconero si sentì male, ma il suo dolore non fu affatto legato ad un infortunio muscolare.
L'estremo difensore della Vecchia Signora, infatti, accusò un fortissimo attacco di panico, che rischiò di fargli saltare il match. Nonostante ciò, il giocatore decise di scendere in campo, disputando un'ottima partita, nella quale non subì nemmeno un goal. Con il senno di poi, il portiere ha dichiarato di aver vissuto quell'incontro come una sorta di "elettroshock", che lo ha risvegliato da una sensazione di torpore che, precedentemente, sembrava fosse immutabile. Insomma, anche i supereroi, ogni tanto crollano.