Si è conclusa la vicenda giudiziaria che nei giorni passati ha coinvolto Cesena e Chievo a favore, certamente, di quest'ultima società. Infatti, il Tribunale Federale ha dato ragione alla società di Campedelli: il presidente della società veneta, dimostrando che la Procura abbia creato un vizio di forma e quindi l'impossibilità di procedere con il processo, ha ottenuto la vittoria legale.
Il caso delle plusvalenze sospette e il vizio di forma
Nei giorni passati la Procura Federale della Figc aveva chiamato in tribunale due società calcistiche, Chievo e Cesena, entrambe coinvolte in una questione di plusvalenze sospette: secondo l'accusa, la società veneta avrebbe scambiato più volte con il Cavallino molti giovani giocatori (circa una trentina) aumentando ad ogni scambio il valore del giocatore, così da aumentare il bilancio societario. Quindi un'organizzazione che mirava non alla crescita dei giocatori nei due vivai, ma a quella di gonfiare il valore degli stessi, attraverso scambi non necessari e in cui hanno aumentato il loro valore in maniera fittizia anche del 9000% in appena tre anni.
Per questo reato la Procura chiedeva 5 punti di penalità per ogni stagione in cui si è commessa una di queste infrazioni, pena però afflittiva, ovvero da scontare nella stagione 2017/18. Questo avrebbe portato il Chievo retrocesso in Serie B e il Crotone di conseguenza salvo in A.
Però non bastano le prove della Procura Federale, poiché il processo non può proseguire a causa di un vizio di forma. Secondo i giudici di primo grado, il presidente Campedelli doveva essere ricevuto dagli inquirenti e ascoltato prima di procedere con il processo, proprio come ne aveva fatto richiesta. In Procura, però, non è stato mai convocato. Questo semplice vizio procedurale ha mandato in fumo le indagini proseguite per mesi che ora possono seguire varie strade.
Cosa succede ora
Il Chievo, intanto, è salvo in Serie A e ripartirà senza penalizzazioni nella stagione successiva. Va peggio al Cesena, ma solo perché è stata già dichiarata fallita, quindi se anche fosse stata penalizzata dal Tribunale non avrebbe certo modificato la sorte che prevede la sua retrocessione. In questo quadro la Procura può agire in due diversi modi: o ricorrere in appello o istituire un nuovo procedimento, eliminando così la possibilità di ricorrere nuovamente in un errore burocratico. In questa seconda opzione, però, la pena, poiché sicuramente assegnata a campionato in corso, non sarà più possibile assegnarla alla stagione 2017/18, quindi, nel caso in cui si procederà con un nuovo procedimento il Chievo non rischia alcuna retrocessione, se non una penalità da scontare, a quel punto, nel campionato 2018/19.
Intanto il Crotone, che salirebbe in Serie A nel caso in cui il Chievo scendesse in B, ha già mobilitato i propri legali, chiedendo alla Procura Federale di istituire un nuovo processo e di evitare che questo si prolunghi troppo, così da far cominciare ufficialmente il campionato. Un'ultima speranza per una squadra ormai destinata alla Serie B.