Nuovo capitolo della vicenda legata al caso "plusvalenze fittizie" che ha caratterizzato la lunga estate del calcio italiano. Dopo il primo deferimento nei confronti del Chievo Verona rigettato dal Tribunale Nazionale Federale per un "vizio di forma", il Procuratore Federale Giuseppe Pecoraro è tornato nuovamente alla carica chiedendo, nel corso dell'udienza tenuta presso la sede di Roma, una penalizzazione da scontare nel campionato corrente, quello di Serie A 2018-2019, pari a quindici punti oltre ad una pesante squalifica per il presidente del club Luca Campedelli.

Una situazione che prosegue il filone che già in estate aveva portato alla condanna del Cesena con pena analoga prima del fallimento del club e la ripartenza con una nuova società dalla serie dilettantistica.

Chievo a rischio penalizzazione

Se la sentenza emessa nei confronti del Cesena dovesse fare storia giuridica per il Chievo Verona, le possibilità di evitare una penalizzazione sarebbero quasi nulle. La società che sin dal primo minuto si era ritenuta estranea ai fatti continua a percorrere la linea dell'innocenza, contestando tra l'altro anche i conteggi effettuati dalla Procura Federale. Conteggi legati alla valutazione dei giovani prospetti che sarebbero ritenuti errati a causa di una sovrastima dei cartellini effettuata da parte della Procura Federale.

Entro pochi giorni dovrebbe quindi giungere la sentenza di primo grado che potrebbe riscrivere l'attuale classifica della massima serie che vede il club gialloblu all'ultima posizione in classifica con un solo punto conquistato proprio nell'ultima giornata con il pareggio interno (0-0) contro l'Empoli neopromosso.

Possibile colpo di scena

Tutto sembrerebbe far pensare ad una penalizzazione del club e una squalifica del suo presidente, ma il Chievo Verona potrebbe essere "salvato" dalla prescrizione: secondo l'ipotesi poco velata formulata dagli esperti di diritto sportivo, i tre gradi di giudizio potrebbero non celebrarsi visto che la condanna o l'assoluzione devono rientrare entro l'arco dei novanta giorni dal primo deferimento.

Deferimento che è giunto da oltre due mesi fa, con un processo rinviato prima per la mancata audizione del presidente Luca Campedelli e successivamente per l'impossibilità dello stesso numero uno veneto, causa malattia, di potersi presentare all'audizione fissata. Una situazione che ha portato ad una dilatazione dei tempi, con i termini che entro poche settimane giungeranno a conclusione facendo scattare presumibilmente la prescrizione.