Ci sono campioni passati alla storia per i propri record, per il numero di reti segnate e di trofei vinti ma al contempo vi sono calciatori rimasti nei cuori dei calciofili anche per le proprie esultanze, marchio di fabbrica di chi ha plasmato a modo proprio quei momenti di gioia.
C’ è chi ha mostrato le proprie doti acrobatiche come Oba Oba Martins e Miroslav Klose, chi ha lanciato messaggi di provocazione come Leonardo Bonucci e Luca Toni ma anche chi ha trasformato il frastuono dello stadio in dolce musica, come Alberto Gilardino.
273 i gol messi a segno dal bomber di Biella durante la sua carriera e tante le sviolinate del campione del Mondo del 2006 , che in questi giorni ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo, ma non di tenersi lontano dal calcio. Il suo ritiro difatti coincide con l'acquisizione delle licenze Uefa A e B e l'ammissione al corso da allenatore.
Gli inizi e le vittorie più importanti della carriera
Una carriera da predestinato quella di Alberto Gilardino, nato il giorno in cui si è giocata la partita Italia-Brasile durante i campionati Mondiali [VIDEO] 1982 e che, già all’età di 14 anni, ha cominciato la sua carriera tra le fila del Piacenza, con il quale ha esordito nella stagione 1999/2000 mettendo a segno 3 reti in 17 presenze.
Trasferitosi poi al Verona, è riuscito a mettersi in mostra anche se nel 2001 è stto costretto a chiudere la stagione in anticipo a causa di un brutto incidente stradale. Nel 2002 viene acquistato dal Parma di Tanzi e, opo un inizio stentato, causato dalla presenza in rosa di una coppia di attaccanti formidabili come Adriano e Mutu, l’attaccante di Biella si è guadagnato prepotentemente il suo spazio mettendo a segno 50 reti in 96 presenze. Le grandi prestazioni in maglia gialloblu hanno convinto il Milan ad acquistarlo per 25 milioni nell'estate 2005. La vittoria della Coppa del Mondo con la formazione rossonera ha dato inizio ad una lunga serie di trofei vinti dal Gila (una Champions League, una Supercoppa Europea e un Mondiale per club)
Conclusa l’esperienza in quel di Milan, è approdato alla Fiorentina dove ha ritrovato il suo mentore Prandelli, già avuto a Parma.
Nelle 4 stagioni con la maglia dei Viola, il bomber di Biella ha confermato il suo feeling con il gol e si è messo in mostra anche in Europa. Difatti, nell’ edizione 2009/2010 della Champions League, è riuscito a segnare il gol decisivo che ha permesso alla sua squadra di qualificarsi come prima nel girone. I Viola poi hanno affrontato il Bayern Monaco agli ottavi ma hanno concluso la propria esperienza europea in negativo con l’ uscita dalla competizione per mano di alcuni errori arbitrali.
La seconda parte della sua carriera e il declino
Terminata l’avventura in terra Toscana, si è alternato fra Genoa e Bologna contribuendo alla salvezza delle due squadre per poi accettare l’offerta del Guangzhou Evergrande, club divenuto il più forte e vincente degli ultimi anni in Cina.
Vinto il campionato cinese, è ritornato in Italia alla Fiorentina ma la sua carriera era ormai in declino. Negli anni successivi il bomber azzurro ha cambiato molte maglie, alternandosi fra Serie A e serie B ma non esprimendo a pieno le sue doti realizzative. Dopo aver vestito le maglie di Palermo, Empoli e Pescara, ha concluso la sua carriera con la maglia dello Spezia.
Negli ultimi mesi, molte squadre di lega Pro come il Monza e il Pro Piacenza hanno provato ad ingaggiarlo ma il suo desiderio di mettersi ancora in gioco in categorie superiori e l'arrivo della licenza Uefa per il patentino da allenatore ha posto fine alla sua carriera. Alberto Gilardino termina qui la sua esperienza da calciatore, iniziando il percorso che gli permetterà, magari, di vedere qualche allievo esultare con il violino in suo onore.