L'acquisto di un elemento versatile come Christian Eriksen a centrocampo potrebbe dare più soluzioni di modulo ad Antonio Conte. Il danese ha fatto il suo debutto ufficiale in nerazzurro nella gara di Coppa Italia vinta 2-1 dall'Inter ai danni della Fiorentina, è subentrato a Sanchez al 20' della ripresa ed ha disputato 25' più recupero senza forzare, addestrando sapientemente la sfera e facendola correre.
Singolare la circostanza del suo ingresso, si stava scaldando acclamato dal pubblico proprio nel momento in cui Caceres ha messo in rete il pallone del momentaneo 1-1. Un minuto dopo il suo ingresso, la prodezza di Barella ha restituito il vantaggio all'Inter schiudendo le porte della semifinale di Coppa Italia. Lui si è limitato all'ordinario con qualche lampo di classe, come nel caso dell'assist a Lautaro trasformato in gol dall'argentino, marcatura annullata perché viziata da posizione irregolare dello stesso ''puntero''. Con l'ingresso in campo di Eriksen, Conte ha cambiato modulo tornando al 3-5-2 che caratterizza la sua Inter dall'inizio della stagione, ma proprio l'arrivo dell'ex Tottenham potrebbe dare una variante importante al tecnico salentino, peraltro sperimentata contro la Fiorentina, ma quando Eriksen era ancora in panchina.
Perplessità su Sanchez trequartista
Antonio Conte ha rischiato sapendo di rischiare, schierando Alexis Sanchez nel ruolo di trequartista dietro Lukaku e Lautaro. Una mossa coraggiosa che, però, rischiava di trasformarsi nel classico adagio dell'uomo giusto al posto sbagliato. Sanchez per caratteristiche è la tipica seconda punta, tecnica e veloce che necessita di essere innescata in profondità e si trova in imbarazzo a giocare spalle alla porta. Nel primo tempo l'Inter ha concesso un uomo a centrocampo alla Fiorentina, considerato che il cileno è apparso a tratti un pesce fuor d'acqua e Vecino, schierato nella posizione solitamente occupata da Brozovic, ha faticato ad adattarsi anche perché le sue caratteristiche sono ben altre.
Risultato è stato quello di un'Inter che ha tirato pochissimo verso lo specchio della porta ed ha sbloccato il match con un'azione del tutto casuale che qualcuno ha definito ''gollonzo''.
L'alternativa tattica con Eriksen
Con Eriksen in campo, invece, l'Inter ha assunto il suo volto abituale: il danese è andato a fare la mezzala nel 3-5-2 ''contiano'' e la successiva contemporanea presenza in campo di Young e Moses (quest'ultimo entrato poco prima della mezz'ora della ripresa), potrebbe aver dato idea di quella che sarà la formazione tipo dei prossimi mesi, fatta eccezione per la difesa nella quale mancavano i due inamovibili centrali, de Vrij e Skriniar. Eriksen si trova a suo agio in quella zona del campo, ma il suo ruolo naturale è quello di trequartista: lui è l'uomo dell'ultimo passaggio.
Da qui ad ipotizzare un'Inter schierata con il 3-4-1-2 e, dunque, con il danese a supporto degli attaccanti, il passo è molto breve. Non sarà certamente un cambio radicale, ma potrebbe essere una considerevole alternativa tattica.
Le squadre di Conte
Antonio Conte in realtà ha saputo evolversi nel suo credo tattico sperimentando diversi moduli nella sua carriera da tecnico. La sua primissima Juventus venne schierata con un 4-2-4 di base (Del Piero e Matri attaccanti, Giaccherini e Pepe che agivano da esterni e diventavano ulteriori attaccanti aggiunti) che l'allenatore salentino si portava dietro dai tempi di Bari e Siena. In seguito adottò il 4-3-2-1 che si trasformò in breve tempo nel suo attuale 3-5-2.
La sua Juve nelle stagioni successive avrebbe giocato anche con il 3-4-3, con l'inserimento di Pogba in mediana, Vidal e Marchisio schierato più avanzati quasi sulla stessa linea del terminale offensivo Vucinic. Ovviamente il modulo più utilizzato nei suoi anni a Torino resta il 3-5-2, schema esportato poi in nazionale nell'ottimo Europeo del 2016 dove gli esterni erano Candreva e Darmian a supporto delle due punte Eder e Pellè. Sulla panchina del Chelsea ha cambiato ancora: fallito inizialmente l'esperimento del 4-1-4-1, si è convertito in un 3-4-3 che all'occorrenza si trasformava anche in un 3-4-2-1 dove Hazard e Pedro giocavo più arretrati rispetto a Diego Costa. Alla fine Conte i moduli li ha cambiati, proposti e riproposti più volte a stagione in corso, il suo credo calcistico resta sempre quello di portare cinque uomini ad attaccare la linea difensiva e sfruttare la prima punta come boa di riferimento, questo il motivo per cui all'Inter non rinuncia quasi mai a Lukaku che, come caratteristiche, è l'unica prima punta di ruolo in rosa.
Le caratteristiche di Eriksen potrebbero portarlo ad un'ulteriore variante ed il modulo proposto inizialmente con la Fiorentina potrebbe essere un indizio. Di questo parere anche Maurizio Biscardi intervenuto a Radio Sportiva nel corso del match di Coppa Italia: "Credo che il modulo nerazzurro di stasera sia uno schieramento propedeutico all'inserimento di Eriksen da trequartista". E lo stesso tecnico interista lo ha confermato in conferenza stampa parlando di "scelta forzata" nell'utilizzo dei tre attaccanti, ma aprendo nel contempo alla variante: "Eriksen può fare il trequartista".