"La maniera raccogliticcia con cui la Juventus si è giocata la partita dell’anno (contro l'Inter) ha riproposto fortemente tutti i dubbi sul valore aggiunto di Allegri": questo l'incipit dell'editoriale pubblicato su Sportitalia.com da Tancredi Palmeri, giornalista sportivo e tifoso dell'Inter, che ha espresso forti critiche sulla gestione tecnica della Juventus affidata a Massimiliano Allegri.

'Percorso Juventus quest'anno ottimo ma a livello di gioco questo è il massimo che Allegri è riuscito a sviluppare?'

"Le prime 22 giornate della Juventus sono pazzesche in termini di rendimento - prosegue Palmeri - ma è’ spudoratamente falso tuttavia presentare la Juventus come una squadra di peones che si trovi a giocarsi lo scudetto per caso: la Juve ha sicuramente una squadra competitiva per il titolo, non la più forte e si può essere d’accordo che l’Inter abbia una rosa più completa, ma sicuramente non c’è sulla carta la differenza che gli ambienti vicino alla Juventus ci tengono a presentare per fare sembrare come un miracolo qualcosa che è assolutamente ottimo ma miracoloso non è.

Ad Allegri quello che è di Allegri" ha scritto Palmeri dando dei meriti dunque all'iter dei bianconeri in termini di punti conquistati sul campo.

Parlando invece del gioco espresso dalla squadra, il giornalista ha dimostrato di nutrire parecchi dubbi: "Davvero dopo 2 anni e mezzo di crescita accanto alla propria rosa, questo è il massimo che Allegri è riuscito a sviluppare? Ecco perché il mister sembra un ostacolo nell’evolversi di una idea di calcio nel futuro della Juventus. Cosa rimane dei due anni e mezzo di Allegri? Difesa ermetica ma poi? Come si gioca per vincere, come si sviluppano i giocatori? La pochezza contro l’Inter è stata umiliante. Si può perdere, ma l’impressione è stata proprio che tutto quello di cui è capace Allegri è quel deserto di idee apparecchiato a San Siro".

La valorizzazione dei giovani da parte di Massimiliano Allegri

Si può condividere o meno il pensiero di Tancredi Palmeri su Massimiliano Allegri e sulla sua abilità nel valorizzare un progetto tecnico, quello di quest'anno, importante per il futuro e per la storia della Juventus.

Al di là del gioco espresso appare tuttavia evidente la crescita di numerosi elementi giovani se non giovanissimi che a inizio anno non avevano mai calcato i palcoscenici del grande calcio. E di questo va dato merito anche all'allenatore ex Cagliari e Milan. E' il caso di Kenan Yildiz, lanciato da Allegri nella trasferta di Frosinone consegnandogli da lì in poi parecchie maglie da titolare.

Elementi come Miretti e Iling-Junior sono inoltre parte integrante delle rotazioni, per non parlare delle continue dichiarazioni di stima che gli riserva dal ritiro del Frosinone Matias Soulè, che l'anno prossimo tornerà a Torino per rimettersi agli ordini proprio del tecnico livornese.

Quest'anno ha esordito sia in Serie A che in Coppa Italia anche Joseph Nonge, altro classe 2005 proveniente dalla Next Gen.