Ariel Castro alla fine non ce l'ha fatta a sopportare il peso dei mille anni di carcere da scontare, e ha deciso di farla finita impiccandosi in nella sua cella. La sua condanna irrevocabile, ergastolo più oltre mille anni di reclusione per aver tenuto segregate tre donne per quasi dieci anni, lo teneva rinchiuso dal 1 agosto scorso in una cella al Correctional Reception Center di Orient, Columbus, nello Stato dell'Ohio.

Castro, soprannominato "il mostro di Cleveland", aveva rapito tre donne circa dieci anni fa, tenendole segregate nella sua casa per quasi un decennio, abusando su di esse con violenze di ogni genere, e definendosi nei suoi diari "a sexual predator", un predatore sessuale. E

videntemente disturbato mentalmente, Castro non era però riuscito ad evitare la pesantissima e irrevocabile condanna all'ergastolo, più mille anni di detenzione per 937 capi d'accusa diversi. Tra questi, appunto, sequestro di persona e stupro. Le tre vittime della sua follia erano scomparse tra il 2002 e il 2004, quando avevano solamente 14, 16 e 20 anni. L'uomo da allora le teneva legate e rinchiuse a Cleveland, nella sua abitazione, dove viveva con la figlia di soli sei anni.

Castro, ex autista di scuolabus, era prigioniero in regime di isolamento, controllato costantemente dagli agenti che, più che evitare un'improbabile fuga, lo proteggevano dagli altri detenuti che più di una volta avevano minacciato l'uomo di linciaggio. La scorsa notte, alle 21:20 ora locale (le 3 e mezza del mattino circa in Italia), Castro è stato ritrovato impiccato nella sua cella. I medici hanno provato a rianimarlo, ma non c'è stato niente da fare. L'uomo è stato dunque trasportato all'ospedale, l'Ohio State University Wexner Medical Center, e dichiarato morto alle 22:52.