Mentre nella striscia di Gaza piovono bombe e centinaia di civili palestinesi muoiono atrocemente per le strade, negli ospedali e nelle scuole; mentre ad Israele si teme per le inevitabili ritorsioni alle quali si arriverà, in una crisi militare e politica quale non si vedeva da decenni; mentre nei cieli sopra la Crimea un missile - ufficialmente ancora di dubbia provenienza, ma molto probabilmente lanciato dalle truppe filo-russe - abbatte un volo di linea malese carico di turisti provenienti per la maggior parte dall'Olanda - dove forse da questo momento si capirà un po' meglio l'italiana tragedia di Ustica - ebbene, mentre i telegiornali e gli altri media sparano titoloni su questi due argomenti, ad Iglesias, nella tranquilla cornice dei Giardini Pubblici, venerdì 25 luglio, accade qualcosa che definire "messaggio di pace" è, forse, riduttivo.

Una volta sul posto, ciò che colpisce sono la compostezza, la dignità e la religiosa attesa di uomini e donne islamici. E proprio di attesa religiosa si tratta: sono qui per la fine del digiuno quotidiano, per l'"Iftar", cioè il pasto serale consumato dai musulmani per interrompere il digiuno quotidiano durante lo stesso Ramadan. C'è di più: la notte tra il 24 e il 25 luglio di quest'anno, secondo il calendario cristiano, corrisponde a quella tra il 26 e 27 del mese di Ramadan secondo il calendario islamico, ed è significativa perché è quella che in arabo è detta Lailat al Qadr, ovvero Notte del Destino: la tradizione vuole essere quella in cui il Profeta Muhammad (S.'A wa S) ricevette la Rivelazione Coranica.

Consapevoli di quanto sopra, alcune donne indossano i costumi tradizionali, col capo coperto; altre, forse più giovani, sono vestite all'occidentale, jeans e capo scoperto, ma non suscitano alcuno scandalo. Ci sarà spiegato più tardi che per esempio in Marocco non vige la Sharia, per cui ciò è permesso. Nella sostanza, la comunità mussulmana di Iglesias e del territorio "provinciale" ha invitato tutta la cittadinanza a condividere questo importante momento: alcuni di loro hanno infatti preparato tipici piatti della cultura araba e mediorientale. Prima che ciò avvenga però, il profugo siriano Muhammad Sayfeddin (da qualche tempo in città, dopo essere stato aiutato dalla Caritas ad arrivare regolarmente in Italia), spiega che quando Cinzia Guaita gli chiese che cosa avrebbe voluto fare durante la sua permanenza ad Iglesias, rispose "dire agli altri che l'Islam è una religione di pace" e così fa, in un italiano comprensibilmente stentato ma di grande effetto.

Dopo il saluto del sindaco ed il sentito ringraziamento del vescovo Giovanni Paolo Zedda per essere stato invitato a quello che egli stesso definisce "anche, se non soprattutto, un incontro di preghiera" è il giovanissimo Yamir, Imam del territorio, a prendere la parola. "Questo è un momento di condivisione", sottolinea più volte, poi aggiunge "Siamo lieti della vostra presenza, mussulmani, cristiani, di altre religioni o no. L'Islam è religione di pace e non discrimina nessun'altra religione, tutti siano i benvenuti." Sentirlo dire in questi giorni da chi è comunque un'autorità religiosa fa bene, sa davvero di speranza e di pace. Così come, poco dopo, il vescovo, insieme ai presenti che si sentono di seguirla, recita la preghiera regina del Vangelo, l'unica insegnata da Gesù (che l'Islam riconosce come profeta ) il Padre Nostro, accanto all'Imam.

Quest'ultimo, insieme a Muhammed poi reciterà le sure del Corano che decretano ufficialmente la fine del digiuno quotidiano. Il resto è quasi festa, ma i simboli e il forte significato dell'incontro e della condivisione restano, quasi palpabili, nell'aria.

Un incontro di volontà e desiderio di creare occasioni di reciproca conoscenza e condivisione: questa una delle principali motivazioni che ha spinto un "comitato di liberi cittadini" come essi stessi si sono autodefiniti, a realizzare l'evento. Questo comitato, composto da Simone Andrea Deffenu, Cinzia Guaita, Muhammad Sayfeddin, Fatiha Mahmud, Stefano Alfonsi, Asmaa Oug, ha trovato subito sia la collaborazione della comunità di cittadini islamici residenti in città, sia quella di casa Emmaus, che ha fornito le cucine, sia di Soccorso Iglesias, che ha fornito le tende, sia quella dell'Amministrazione Comunale, testimoniata dalla presenza del sindaco Emilio Gariazzo, dal vicesindaco Simone Franceschi e dall'assessore Alessandra Ferrara, di Marina Dessì e diversi consiglieri comunali.