Abu Sayyaf, esponente dell'organizzazione terroristica nelle Filippine, simpatizzanti dell'Isis, parla ad una radio locale dichiarando di aver rilasciato i due ostaggi tedeschi dietro pagamento di riscatto. Sequestrati ad aprile mentre erano impegnati in una navigazione in barca a vela al largo dell'isola di Palawan. Stefan Okonen medico settantatreenne e la moglie 55 anni, sono stati rilasciati oggi, a seguito del pagamento, pare parziale, di 4,3 milioni di euro, per il rilascio di un solo ostaggio e il ritiro di tremila soldati mandati in prossimità del luogo di prigionia della coppia.

Proprio pochi giorni fa l'uomo fece arrivare un messaggio nel quale diceva di essere sicuro che venerdì, ovvero oggi, l'avrebbero ucciso. L'ostaggio inizia la registrazione con un'affermazione sconvolgente, "Vi parlo dalla mia tomba", racconta, infatti, di aver visto i rapitori scavare una fossa di tre metri, dicendogli che era proprio per lui. In mano ai terroristi affiliati all'Isis ci sono ancora due olandesi e due malesiani.

Sul luogo sarebbe presente un delegato del governo tedesco, che ha sempre dichiarato di non avere nessuna intenzione di trattare con i terroristi: secondo indiscrezioni, le dichiarazioni da parte dell'organizzazione criminale, sarebbero false. Il governo non ha in ogni caso rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alla vicenda.

A compiere la vera e propria missione di salvataggio sarebbero stati i soldati dell'esercito delle Filippine attraverso la formazione di un battaglione che si è riversato sul territorio. Il Califfato starebbe perdendo terreno, in quanto, a Kobane continua la missione di resistenza all'attacco jihadista. I curdi insieme ai raid aerei della coalizione internazionale hanno costretto l'Isis ad arretrare, facendogli perdere uno dei luoghi chiavi nella lotta per il controllo del territorio siriano.

Gli attivisti umani diramano numeri sconvolgenti, a seguito solo negli scontri di Kobane i morti sarebbero circa seicento, mentre 160 mila curdi sono scappati nella previsione dell'avanzata jihadista.