Riprendono, dopo 53 anni di gelo e con la regia di Papa Francesco, le relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Cuba. Lo storico annuncio è stato dato oggi, alle ore 18 italiane, con un discorso in diretta televisiva e contemporaneamente da Barack Obama e da Raul Castro. Si chiude così l'ultimo retaggio della Guerra Fredda, iniziato nel 1961 con il successo della rivoluzione di Fidel Castro e Che Guevara che cacciava dall'isola il dittatore filo-americano Batista.
Lo storico accordo tra washington e l'Avana
Il disgelo è stato sancito, come nelle più classiche delle trattative, da un simbolico scambio di prigionieri che ha riportato a casa, dopo 5 anni di detenzione nelle carceri cubane, il 65enne Alan Gross, arrestato mentre distribuiva materiale elettronico per collegamenti internet a L'Avana. Washington ha ricambiato con la liberazione di tre spie cubane in prigione dal 1981. L'accordo prevede l'allentamento delle restrizioni alle rimesse degli immigrati verso Cuba, il cui limite passerà dagli attuali 500 dollari a trimestre a 2.000 dollari. Cuba, da parte sua, darà prova di buona volontà sul piano dei diritti umani liberando 53 persone identificate dagli Stati Uniti come prigionieri politici.
La riapertura dell'ambasciata americana a L'Avana, per la quale Obama ha dato pieno mandato al Segretario di Stato John Kerry, segnerà la definitiva normalizzazione dei rapporti diplomatici. Rimarrà, per il momento, vietato il turismo, mentre saranno consentite le visite per ragioni educative, per visite di familiari e per attività a livello governativo.
La regia di Papa Francesco
Nei loro rispettivi discorsi, preceduti ieri da una telefonata di oltre 45 minuti, sia Raul Casto che Barack Obama hanno espressamente ringraziato Papa Francesco per l'azione di incoraggiamento svolta per il riavvicinamento di Stati Uniti e Cuba. Ruolo di garante indirettamente confermato da una nota del Vaticano con la quale Papa Francesco esprime "vivo compiacimento per la storica decisione con la quale Stati Uniti e Cuba hanno deciso di ristabilire relazioni diplomatiche nell'interesse dei rispettivi cittadini".
Significativo, per quanto riguarda le intenzioni americane di cambiare atteggiamento nei confronti del vicino cubano, il discorso concluso da Obama con "Somos todos americanos". Si attendono ora le decisioni del Congresso, sollecitate dallo stesso presidente, per la rimozione dell'embargo verso Cuba, per la quale ci saranno da superare le prevedibili reazioni contrarie dei cubani di Miami.