Bufera sul convegno in difesa della famiglia tradizionale organizzato dalla Regione Lombardia a Milano per la presenza, nelle prime file, di don Mauro Inzoli, il prete accusato di pedofilia, allontanato dalla Chiesa per volere di Papa Francesco e attualmente sotto inchiesta da parte della Procura di Cremona. La presenza di don Inzoli è stata segnalata dal senatore di "Sinistra Ecologia e Libertà", Franco Bordo, e dal sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, che ha pubblicato sul suo profilo Facebook le foto che ritraggono don Inzoli seduto alle spalle dell'attuale Governatore della Lombardia, Roberto Maroni, e dell'ex presidente Roberto Formigoni.
Prete pedofilo al convegno omofobo: il forum al palazzo della Regione
Il convegno era organizzato dalla Regione Lombardia, con Comunione e Liberazione e con l'associazione "Obiettivo Chaire" che si propone di "curare" i gay, motivo per il quale aveva già suscitato le proteste delle associazioni gay e l'accusa di omofobia. Proprio il fatto di essere al centro di critiche, l'afflusso alla sala del Palazzo della Regione era controllato per evitare l'infiltrazione di eventuali provocatori. Rimane quindi inspiegabile come l'imbarazzante presenza di un prete pedofilo, molto conosciuto anche tra le autorità presenti, possa essere passata inosservata a chi doveva controllare gli ingressi e non sia stata notata da nessuno tra quelli che avrebbero potuto allontanarla dalla sala del convegno.
Prete pedofilo al convegno omofobo: chi è Don Inzoli
Figura molto nota all'interno di Comunione e Liberazione, don Inzoli è stato il fondatore del Banco Alimentare, i cui volontari si occupano della raccolta di generi alimentari da destinare ai più bisognosi all'interno dei supermercati italiani. Finito al centro di accuse per pedofilia, è stato allontanato dalla Chiesa con un provvedimento firmato l'estate scorsa da Papa Francesco che, "in considerazione della gravità dei comportamenti", lo invitava a "una vita di preghiera e umile riservatezza in segno di conversione e di penitenza".
La vicenda di "don Mercedes", così era soprannominato don Inzoli, a causa della sua predilezione per le auto della casa tedesca, è oggetto di un'indagine da parte della Procura di Cremona per abusi su minori.