Solidarietà unanime da parte dei mass media di tutto il mondo alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo e condanna per l'attentato terroristico che ha provocato la morte di dodici persone a Parigi tra giornalisti, vignettisti e poliziotti. Ma la stampa internazionale si divide sulla scelta se pubblicare o no le vignette di Charlie Hebdo considerate irriverenti nei confronti dell'Islam.
Su tutti i giornali francesi sono state ripubblicate le vignette sia di Charlie Hebdo che di altri giornali, come reazione all'attentato terroristico di matrice islamica, insieme a una immagine con la scritta "Je Suis Charlie" per solidarietà. Anche in Italia le vignette Charlie Hebdo sono state rilanciate da agenzie e giornali: dall'Ansa a Il Fatto Quotidiano.
La grande stampa americana ha scelto di non pubblicare le controverse vignette del settimanale satirico francese Charlie Hebdo su Maometto, il fondatore e, per i musulmani, l'ultimo profeta dell'Islam. Alcuni giornali on-line, come il Daily Beast e Slate, hanno ripreso le vignette irriverenti nei confronti dell'Islam disegnate dai vignettisti Charlie Hebdo uccisi mercoledì scorso, ma i principali mezzi di comunicazione - dalla Reuters all'Associated Press passando per New York Times - hanno deciso di non pubblicate le caricature.
Dalle redazioni di alcuni mezzi di informazione americani hanno spiegato, secondo quanto riporta l'Agi, che le loro linee guida prevedono che si evitino le immagini che possano offendere le diverse sensibilità religiose.
Anche in Inghilterra c'è chi ha deciso di non pubblicare le vignette di Charlie Hebdo, il Financial Times ha criticato apertamente lo stile di Charlie Hebdo in un editoriale a firma di Tony Barber. E in Danimarca, anche il Jyllands Posten, ha deciso di non rilanciare le vignette Charlie Hebdo su Maometto per non mettere in pericolo i giornalisti e i vignettisti della sua redazione. Lo ha comunicato Jorn Mikkelsen, il direttore del quotidiano danese che nel 2005 provocò proteste violente tra i musulmani di tutto il mondo con una dozzina di vignette su Maometto.
Dall'altro lato prova di solidarietà grande e concreta del giornale britannico Guardian. Il gruppo editoriale che lo edita ha donato 100.000 sterline (127.000 euro) a Charlie Hebdo "per assicurarci che la sua voce non venga messa a tacere", ha spiegato su Twitter il direttore uscente Alan Rusbridger, che ha anche ricordato come Google abbia donato 300.000 dollari (254.000 euro).
Altri importanti giornali in Danimarca, Svezia e Norvegia sono invece usciti nelle edicole regolarmente con le vignette dei disegnatori di Charlie Hebdo uccisi mercoledì scorso insieme al direttore del giornale Stephane Charbonnier. Nonostante la carneficina del direttore e di sette vignettisti/giornalisti, il Charlie Hebdo uscirà regolarmente la prossima settimana, ha fatto sapere Patrick Pelloux, uno dei cronisti del settimanale preso di mira dai terroristi.
"Usciremo ugualmente - ha detto il giornalista. Non hanno vinto".
Ecco i commenti di due vignettisti italiani dopo la strage di Parigi. "Il sette gennaio è la giornata nera della satira. Ma che guerra è quella contro le matite? Allora la matita fa veramente paura", ha affermato Dino Aloi, editore e vignettista, commentando l'attentato al Charlie Hebdo. "Dovevo andare alla redazione di Charlie Hebdo in questi giorni, mi ha salvato - ha detto il fumettista genovese Ugo Delucchi un appuntamento dal dentista. Avrei potuto finire anch'io nell'attentato. La satira fa paura a tutti i fascismi religiosi e politici".