Continuano le indagini relativamente alla coppia di fidanzati trovati esanimi nella loro auto la sera del 17 marzo. Il mancato rinvenimento dell'arma del delitto, una calibro 7,65 che ha freddato con cinque proiettili Teresa Costanza, 30 anni, e Trifone Ragone, 29, ha una sola inequivocabile conseguenza: a sparare è stata una terza persona.

Adesso si affaccia una nuova inquietante pista, che ha a che fare col passato della giovane vittima.

Un passato che la famiglia Costanza intendeva gettarsi alle spalle trasferendosi a San Donato Milanese da Favara, nel 2006. A Favara infatti, paese in provincia di Agrigento ai piedi di Monte Caltafaraci detta 'a Muntagnedda, tra i tanti delitti di mafia, se ne era consumato uno che aveva posto fine alla vita di uno zio della ragazza: Antonio Costanza, fratello del padre Rosario. Era accaduto nel 1995: lo zio imprenditore, in seguito all'arresto di Totò Fragapane, era stato indicato come presunta spia che aveva svelato alla polizia il nascondiglio del boss di Santa Elisabetta, e per questo fu sciolto nell'acido.

Il suo cadavere fu poi occultato nelle campagne agrigentine: il classico delitto di "lupara bianca".

A raccontare questa storia ai pm che indagano sull'omicidio dei due innamorati sono stati i pentiti Maurizio e Beniamino Di Gati e Luigi Putrone. Maurizio Di Gati, ex barbiere di Racalmuto, era divenuto uno spietato killer al soldo del ras di Santa Elisabetta e poi boss di Cosa Nostra fino all'arresto. Alla fine degli anni Novanta era stato arrestato il fratello Maurizio con l'accusa di estorsione. Anche Luigi Putrone era alle dipendenze di Fragapane.

Una morte sbagliata, però, quella di Antonio Costanza. Sarà infatti Giovanni Brusca, il superboss soprannominato "scannacristiani" per l'efferatezza dei suoi omicidi e divenuto poi collaboratore di giustizia, a rivelare che la vera spia del nascondiglio di Totò Fragapane non fosse l'imprenditore di Favara.

In ogni caso, in seguito a quell'episodio la tranquillità della famiglia Costanza era stata inesorabilmente compromessa. Tanto da portare Rosario Costanza a prendere una decisione estrema: lasciare Favara e trasferirsi al Nord, a San Donato Milanese. Teresa, a quei tempi, aveva 21 anni.

Ma gli inquirenti stanno seguendo anche altre piste, sicuramente meno dietrologhe. La pista passionale, innanzitutto: qualcuno innamoratosi della bionda bocconiana che non riusciva a rassegnarsi al fatto che fosse già fidanzata. Lo stesso Trifone aveva rivelato a un amico - racconta Il Corriere della Sera - le sue preoccupazioni in merito a un pretendente di Teresa. O un delitto maturato nell'ambiente dei buttafuori, di cui l'ex Mr Lignano faceva parte. Ancora molto buio, insomma, su una vicenda dai connotati tutt'altro che nitidi.