Le indagini sono affidate alla Squadra Mobile della Questura di Brescia che ha ascoltato alcuni testimoni. Al vaglio le immagini delle telecamere di sicurezza installate vicino al luogo del massacro. Due persone, riprese dalle telecamere, si sono accostate davanti ad una pizzeria da asporto a Brescia, in zona" Mandolossa". Sono bastati pochi minuti, forse secondi, per permettere ai due malviventi di sparare tre colpi freddando i due gestori del locale.

Sono marito e moglie: Giovanna Ferrari, 63 anni, e Francesco Serramondi, 65.

Le ipotesi degli investigatori: forse un regolamento di conti

Una delle vittime tempo fa aveva presentato un esposto in Procura. Francesco era molto impegnato a combattere il degrado della città contro la presenza di spacciatori e di prostitute che "lavoravano" indisturbatamente proprio davanti al suo locale, ma il movente non sembra ancora sufficientemente valido per giustificare un massacro di questo genere. "Frank", al secolo Francesco Serramondi, era un pasticcere e pizzaiolo molto conosciuto ed apprezzato a Brescia.

Aveva cominciato la sua attività nel 1984 riuscendo ad aprire due punti vendita che poi però sfortunatamente avevano subito un fallimento.

Gli inquirenti stanno ricostruendo la vita delle due vittime per trovare la vera causa dell'aggressione mortale. Si sta indagando su di un Pakistano, ai tempi suo operaio della pizzeria, che poi, non si sa come, è diventato proprietario di uno degli esercizi di Francesco. Si stanno analizzando anche i movimenti bancari che risultano essere pochissimi contro la presenza di molto contante. Il Procuratore Capo di Brescia, il Dott. Buonanno, alla domanda: " C'e' la possibilità che gli assassini vengano trovati?" Ha risposto:" Sì, siamo molto ottimisti in questo senso".

Clamorosa svolta, ore 20:00

Sono stati arrestati i presunti assassini dei due coniugi gestori del locale "Da Frank". Sarebbero un Indiano e un Pakistano, lo stesso che era riuscito a rilevare uno dei locali un tempo appartenuti ai coniugi uccisi. Gli agenti della Mobile hanno anche ritrovato l'arma del delitto: un fucile a canne mozze. Dalle prime indiscrezioni pare che ai due extracomunitari infastidisse il successo commerciale di Francesco e della moglie. Il movente quindi sarebbe quello della "concorrenza".