Che le Marche fossero una regione incantevole, fiabesca e meta di un grande turismo soprattutto di tipo eno-gastronomico, non è una novità. Ciò che rappresenta un cambiamento di portata storica è l’aumento della sua esportazione all’estero.
È il Verdicchio a "trainare il gruppo" dei vini più richiesti, a seguire il Rosso Conero, per poi passare al Rosso Piceno, al Pecorino, alla Passerina sia "ferma" che soprattutto in versione spumante, la famosissima Lacrima di Morro d'Alba DOC il Marche Rosso e il bianco IGT.I fautori di questa rifioritura economica non sono molti, ma quei pochi hanno lavorato duramente per ottenere premi e la soddisfazione di imporre i propri prodotti oltre oceano.
Una geniale strategia di ‘marketing’ ha consentito alle Marche di farsi spazio nella giungla ed inebriante internazionale.
Un nome su tutti, la Cantina Marconi che continua a portare a casa prestigiosi premi come ‘L'International Wine Challenge’ uno dei più importanti concorsi internazionali il quale ha riconosciuto con ben due medaglie d'oro la “Lacrima Superiore” e il ‘Decanter World Wine Awards’ che ha incoronato l’azienda con un’altra prestigiosa medaglia d’oro per l’eccezionale “Verdicchio Superiore” dei Castelli di Jesi Classico e le esportazioni prendono il volo. I managers di ‘Convivio Divino’ sono stati tra i primi a comprendere le potenzialità dei vini marchigiani iniziando una campagna di marketing massiva ed efficace.Abbiamo chiesto al ‘marketing manager’ di Convivio Divino il motivo di questo successo quasi inaspettato.
Come si spiega questo boom del vino marchigiano all’estero?
È una semplice questione di passione e devozione. Io e il mio staff abbiamo sempre girato l’Italia in lungo e in largo alla ricerca di specialità enologiche scoprendo finalmente il vino marchigiano che è pregiatissimo e veramente unico. Io stessa trovo anomalo il fatto che non sia mai stato sufficientemente considerato nel mondo.
Probabilmente c’è stata un poco/insufficiente utilizzo del mezzo più potente della storia dell’economia: pubblicità. Inoltre, prima degli ultimi anni, in queste zone ognuno lavorava il proprio orticello senza fare squadra con i ‘vicini’. Grave pecca a cui comunque si è trovato un rimedio.
Qual è il suo vino marchigiano preferito?
Vede, io ho sempre puntato molto sul Verdicchio, per esempio, un vino sorprendente che merita la più grande considerazione. Appena versato nel calice inizia il suo cammino a livello olfattivo attraverso una esplorazione floreale, ginestra biancospino, lasciando spazio alla pera, alla mela renetta. In bocca si pone deciso e persistente, corposo e strutturato. La chiusura in bocca fa tornare su un retrogusto e retro nasale da mandorla amara lasciando la bocca pulita e netta. Possiede un’aura quasi sacrale. Apprezzo enormemente anche il ‘Lacrima di Morro d’Alba’ un vino rosso molto particolare, la cui cantina di provenienza, la Marconi, ha ricevuto innumerevoli premi tipo:
- LE MARCHE NEL BICCHIERE – Associazione Sommelier AIS Marche – Eccellenza 2015
- LE MARCHE NEL BICCHIERE – Associazione Sommelier AIS Marche – Eccellenza 2014
- VINI BUONI D’ITALIA – Touring Club - Golden star 2013
- LUCA MARONI – Annuario dei migliori vini Italiani – Premio Terzo miglior vino rosso d’Italia 2013 – 95 punti
Aprescindere dai premi, ciò che mi ha sorpreso è la specificità di questo elisir che viene prodotto solo ed esclusivamente nella zona di Morro d’Alba nelle Marche, e non in Piemonte, non ci si confonda.
Ci parli di questo vino, cos’ha di così caratteristico?
Noi di Convivio Divino abbiamo subito notato il colore rosso rubino, all'olfatto elegante pulito, con aromi di frutti rossi e petali di rosa, le note di pepe, cannella e chiodi di garofano. Sono orgogliosa di rendermi utilealla conoscenza del vino marchigiano nel mondo. Lei pensi che le esportazioni mostrano un primato senza precedenti con un incremento del 5% e siamo solo all’inizio di quella che a nostro avviso diventerà la nostra più importante avventura.