Un artista a tutto tondo, poliedrico, acuto osservatore della realtà.Rappresenta un vanto per tutta l’Italia.La sua estenuante indagine artistica è in continua trasformazione e si amplia attraverso tutte le tipologie visive. Le sue aspettative sul genere umano sono funeste e vertono sull'idea della morte, sulla difformità dell'Io, sulla malattia, sul sesso.Ha vinto il Premio Celeste nel 2009, quello Del Roma Europa “Web Factory” nel 2010, è stato ospitato alla biennale di Video Arte in Korea, ha esposto a New York e all'istituto Italiano di Cultura a Los Angeles.

Ultimamente è stato giudice artistico a “Masterchef” su “Sky”.

L'intervista

D: L’immagine dell’artista è spesso è collegata a quella del 'Bohemien', colui che vive in una dimensione onirica. Lei dimostra di essere invece molto agganciato alla realtà. Le sue opere non profumano di assenzio, di delirio.

R: Quel tipo di artista appartiene ad una visione filmica e scenografica dell'artista. La differenza tra una persona onirica ed una reale è come quella che esiste tra seduzione e relazione. La prima implica un “Io-Tu, io non esisto senza l'altro. Io, al contrario, non idealizzo il mondo. Una mia opera deve portare la società a formarsi un pensiero critico. Le mie opere non profumano di Assenzio ma di neuroni.

L'Assenzio serve a stordire l'eccesso di lucidità.

Il successo raggiunto grazie a Peter Gabriel

D: Il suo primo video 'Escape'venne selezionato da Peter Gabriel entrando nel DVD 'The Best of Capalbio Film Festival'.Perché ha scelto Lei?

R: Peter avrà preferito il mio video perché misi in scena il paese di Craco, luogo fantasma.

Il video rappresentava la fuga dei cervelli dai piccoli centri e nulla è cambiato. L'artista deve essere lucido e sapere che se una sua idea è troppo avanti, egli verrà riconosciuto postumo. Ed io voglio vivere ora ed adesso.

D: Nelle sue opere c’è un simbolismo che proietta una immane cultura psicanalitica. Per comprendere il suo potenziale artisticosubcosciente come ha scoperto il suo demone buono?

R: Da ragazzino non mi sono mai piaciuto. Ho pensato che l'unico modo per essere accettato era quello di elevare il quoziente intellettivo, così ho fecondato il mio cervello di informazioni. Non mi sentivo bello, allora ho deciso di diventare intelligente.

D: “Habitat”, l'opera in cui sono sono raffigurate diverse bare chiuse. Solo una è aperta e vuota, come a significare che è destinata a chi la osserva. Mi è parso come una specie di un esorcismo psichico riuscito.

R: Esorcismo psichico è una parola bellissima. Io adoro il cimitero monumentale di Milano perché è un museo a cielo aperto che ti porta alla riflessione. Quell'opera nasce da una frase di Einstein il quale sosteneva che, se tutte le api sparissero nel giro di quattro anni, sparirebbe anche l'essere umano.

Ecco il perché di un alveare di bare.

D: C’è un’opera esoterica, “Solve e Coagula” in cui Lei si cuce la stella a cinque punte sulla mano. Lei viene da una terra molto misteriosa, magica.

R: La Basilicata è mistica. Si dice che in ogni paese abitino 7 streghe. La figlia di Vlad III sarebbe seppellita ad Acerenza. Lo stesso Bram Stoker compì un viaggio in Basilicata. Lucania vuol dire terra di luce, ma non c'è luce senza l'oscurità. La luce è ribellione. Bisogna rubarla come Prometeo agli dei.

D: Lei sta realizzando The Prince of Venusia”, un corto sulla vita del musicista Gesualdo da Venosa, il più importante madrigalista del XV sec.

R:Mi ha affascinato la sua esistenza che ho voluto trattare come metafora della vita quotidiana.

Un uomo incastrato in conflitti famigliari di potere e religione. Egli è vittima di 5 spettri che parlano per lui, agiscono per suo conto e simboleggiano la vendetta, la corona, la morte, la religione ed infine c'è la rosa che diventa la sua musica come sublimazione del male. I Madrigali sono complessi a livello musicale, hanno una profondità nei testi e nella sonorità che toccano le corde emotive. La musica agisce sull'inconscio e risveglia sentimenti sopiti.