Dal sinodo alla manifestazione per la laicità, quello dell’omosessualità è un tema che in questi giorni sta facendo discutere moltissimo. A mettere altra carne sul fuoco ci ha pensato il ddl Cirinnà, con tanto di fastidio dei centristi cattolici dell’Ncd e dell’Udc, uniti nel gruppo parlamentare Area popolare. In molti si sono fatti sentire parlando di “inaccettabile forzatura” operata dal Partito democratico.
Unioni, adozioni, pensioni
I diritti civili verranno riconosciuti: su questo la senatrice Monica Cirinnà è stata chiara. E di pari passo con le unioni civili – che, ricorda Cirinnà, andranno a costituire un “nuovo istituto giuridico di diritto pubblico” – arriverà anche la stepchild adoption, ovvero l’adozione del figlio del partner, e la reversibilità della pensione, che tanto preoccupava Giovanardi e che pare aver trovato una copertura. Quando si parla di figlio adottabile, però, si parla soltanto di figlio naturale del partner.
Una novità sarà quella della regolare iscrizione delle coppie nell’archivio dello stato civile e non in un registro pensato appositamente per la loro registrazione.Si profila, insomma, la concreta possibilità di uscire dalla zona d’ombra e questo non soltanto a vantaggio delle coppie omosessuali ma anche di quelle etero che potranno così vedere i loro diritti scritti nero su bianco.
La lotta dei cattolici
Tanto si sono opposti che alla fine la loro voce è stata ascoltata e presa in considerazione dalla maggioranza dem, che ha rivisto il ddl proponendo una versione definita "light". Così, per l'approvazione, sarà possibile contare non solo sul voto di Verdini (e dei suoi fedelissimi) ma anche su quello di Angelino Alfano, forte dei risultati ottenuti con la mediazione. Resta ancora contrario, invece, Maurizio Sacconi. Per il presidente della commissione lavoro del Senato, le cose non sono cambiate a sufficienza.
La prima, forte modifica ha a che fare con le parole utilizzate nel testo. Sparisce così ogni riferimento al "matrimonio", parola che aveva decisamente infastidito i cattolici tanto da essere poi rimossa dietro lamentela.
E quelle frasi che nel testo originale facevano riferimento agli articoli istitutivi del matrimonio (che si trovano nel codice civile) sono sparite, per lasciare spazio a quella che è stata definita una "formazione sociale".
Il ddl Cirinnà pare così vicino alla discussione. L'intenzione del governo è quella di procedere subito dopo la riforma del Senato e subito prima del bilancio. Pare addirittura che si punti al voto entro sabato, con presentazione diretta in aula e senza relatore. Eccessivamente ottimisti? Forse sì. Una cosa, però, è certa: dopo aver riguadagnato voti e sconfitto parte dell'ostruzionismo, le unioni civili potrebbero essere sempre più dietro l'angolo.
Non è comunque detta l'ultima parola sulle unioni civili: il ddl, che è già stato modificato in alcune parti, potrebbe subire ulteriori modifiche "per mezzo di decreti correttivi", fa sapere il governo, entro 24 mesi dalla data di approvazione.