Il fango tossico rilasciato al momento del crollo della diga di Mariana, il 5 novembre, ha attraversato lo stato di Minas Gerais ed è giunto fino al mare dello Spirito Santo nel pomeriggio di sabato 21. Pescatori e residenti  hanno protestato vivamente nel villaggio vicino Regência, nella città di Linhares. Si sono vestiti di nero, ''nero come la morte'' dicevano, come forma di protesta; avevano una falce con il simbolo della ''Samarco'', azienda responsabile dell'estrazione nelle dighe e che appartiene alla Vale do Rio Doce e al gruppo anglo-australiano BHP Billiton.

Otto persone sono state uccise, 12 sono disperse e ci sono quattro corpi in attesa di identificazione. In quello che è stato chiamato ''il peggiore disastro ambientale della storia del Brasile''. 

Un altro disastro: quello politico

Oltre a ciò, il disastro ambientale ha messo in luce un altro disastro: quello politico e la capacità limitata di reazione del governo della presidentessa Dilma Rousseff nell'affrontare questa gravissima emergenza. Fino a oggi non si sa cosa abbia causato l'incidente nel quale due dighe hanno inondato una città con fanghi e residui di minerali tossici. L'unica cosa certa è che il fango sta contaminando il suolo e l'acqua potabile per centinaia di migliaia di chilometri. Il giorno dopo il disastro, la Samarco ha pubblicato un comunicato stampa superficiale e l'area del disastro è stata bloccata dalla compagnia stessa, rendendo l'accesso difficoltoso.

L'azienda è stata multata dal governo per 50 milioni di euro (per ora), ma questa cifra è considerata esigua di fronte alla proporzione del disastro. La Rousseff ha visitato l'area danneggiata soltanto 7 giorni dopo l'incidente ed era stranamente ottimista: "Se tutti noi ci uniamo e lavoriamo insieme, possiamo superare questa crisi in modo più rapido", ha detto ai giornalisti giovedì scorso, in una dichiarazione che sembrava confondere il tragico disastro con la propria realtà politica già compromessa da tempo da scandali di corruzione del suo partito politico e della Petrobras.

Il futuro è un'incognita 

Nel frattempo, il Comune di Mariana e lo stato di Minas Gerais hanno chiesto in Procura l'apertura del processo contro la Samarco.

Il danno è talmente vasto, che per il momento non è stato possibile calcolarlo. La zona del disastro è completamente distrutta e ci vorranno anni e anni prima che l'ambiente, la popolazione e l'economia locali si possano riprendere. Il fango tossico è già arrivato al mare, così la sciagura ambientale brasiliana sta per diventare un disastro ambientale mondiale