Dal blog di Beppe Grillo tuona la critica contro Matteo Renzi che viene mostrato in una foto in compagnia di Mohamed bin Nayef, principe ereditario e ministro dell’Interno dell’Arabia Saudita. La foto riporta la didascalia: “Il terrorismo non si combatte così”. L’incontro istituzionale si è tenuto l’8 e il 9 novembre scorso durante la visita di Renzi a Riad dove si è discusso di due grandi temi: la lotta al terrorismo, da alleati nella coalizione anti-Isis, e i rapporti commerciali.
Si è trattata di una visita lampo per rinsaldare i rapporti con uno dei paesi chiave per le crisi del Medioriente e del Nord Africa. Ciò ha suscitato nei grillini delle forti polemiche.
Cosa critica il M5S?
Fino ad oggi, la guerra al terrore jihadista non ha portato che ad un rafforzamento dei terroristi stessi, proprietari di un territorio ricco di petrolio che ogni anno frutta circa mezzo miliardo di dollari. “Per eliminare l'ISIS ed evitare massacri come quello di Parigi bisogna colpirlo prima di tutto nel portafoglio - si legge sul blog del M5S - e i paesi che sostengono, in modo diretto o indiretto, il terrore jihadista devono essere isolati e sanzionati, in particolare l'Arabia Saudita”.
Secondo i grillini è un errore “dialogare con i suoi finanziatori come ha fatto il premier italiano appena qualche giorno fa e che oggi tenta di riparare dicendo che ‘l’Italia intesa come Paese non fa affari’ con i paesi che finanziano il terrorismo”. I pentastellati chiedono al governo cosa sia “andato a fare il premier a Riad” e affermano in modo categorico che l’Italia non può stringere accordi commerciali con gli Stati che aiutano economicamente i terroristi, ma piuttosto li deve sanzionare per dare sicurezza agli italiani.
L’Arabia Saudita finanzia il terrorismo?
Sebbene il Califfato imponga regolari tassazioni sulle persone che vivono entro i suoi confini, ciò non sarebbe sufficiente per acquistare armi ed organizzare una guerra.
Oltre al petrolio che rappresenta la primaria fonte di denaro del governo del terrore, lo Stato Islamico sarebbe ulteriormente finanziato da altri paesi tra cui l'Arabia Saudita. Quest'ultima è, infatti, una delle fonti di sostentamento dell'Isis che ottiene aiuti in denaro dalle banche dell'Arabia Saudita, del Qatar e del Kuwait. Si tratta di luoghi in cui le norme antiriciclaggio sono pressoché inesistenti ed è consentito il trasferimento di denaro da individuo a individuo.