Quarant'anni per una ferita mai cicatrizzata. Quarant'anni e quasi quattro mesi trascorsi, il massacro del Circeo torna di attualità. La Procura della Repubblica di Roma ha infatti disposto la riesumazione del corpo di Andrea Ghira, tumulato con il nome di Maximo Testa De Andres nel cimitero di Melilla, città autonoma della Spagna situata nella costa orientale del Marocco.
Ghira, insieme a Gianni Guido ed Angelo Izzo, è il resposanbile del sequestro e degli abusi sessuali subiti da Donatella Colasanti e Rosaria Lopez e dell'uccisione di quest'ultima, avvenuti in una villa del litorale pontino nel settembre del 1975. A differenza di Izzo e Guido, Andrea Ghira riuscì a sfuggire all'arresto. Ufficialmente sarebbe morto in Spagna nel 1994 ma ora viene avanzata l'ipotesi che quel cadavere sepolto a Melilla non sia il suo.
La salma era stata già riesumata nel 2005
Condannato in contumacia come responsabile, insieme ai due complici, della morte di Rosaria Lopez, Andrea Ghira sarebbe fuggito in Spagna subito dopo i fatti del Circeo e nel 1976 si sarebbe arruolato nella Legione Straniera sotto falso nome.
Sui suoi 18 anni trascorsi nel "Tercio de Armada" ci sono numerose versioni contrastanti. Ghira avrebbe raggiunto il grado di caporalmaggiore prima di congedarsi nel 1993 per problemi di salute causati dall'abuso di sostanze stupefacenti. In base alla versione ufficiale è morto nella sua casa di Melilla nel 1994, a causa di un'overdose. Aveva 40 anni. Nel 2005 furono disposti dalla Procura di Roma i primi accertamenti per stabilire l'identità dell'uomo sepolto al cimitero di Melilla sotto il nome di Maximo Testa De Andres. La salma venne riesumata e dal test del DNA effettuato sui resti, comparati con i reperti organici della madre e del fratello, risultò una compatibilità tale da spingere il medico legale ad affermare che si trattasse effettivamente di Andrea Ghira.
Una versione alla quale Donatella Colasanti, la superstite del massacro del Circeo che all'epoca era ancora in vita (morirà alla fine dello stesso anno per un tumore al seno, ndr), non ha mai creduto. "Bisogna continuare a cercarlo", aveva detto.
I tragici fatti di Villa Moresca
Nel 1975 Donatella Colasanti aveva 17 anni. La sua amica Rosaria Lopez ne aveva 19 ed entrambe furono invitate ad una festa a Villa Moresca, immobile di proprietà della famiglia Ghira nel comune di San Felice Circeo a circa 40 km da Latina. Ma i tre giovani autori dell'invito avevano ben altri progetti. Andrea Ghira, Angelo Izzo e Gianni Guido furono inizialmente molto gentili. Secondo la testimonianza di Donatella Colasanti, parte di quella serata del 29 settembre 1975 si svolse in maniera tranquilla.
Poi, improvvisamente, le due giovani vennero immobilizzate e picchiate. Per un giorno ed una notte furono costrette a subire sevizie, abusi sessuali e percosse. Entrambe furono drogate, poi Rosaria Lopez venne portata nel bagno al piano di sopra della villa, brutalmente picchiata ed annegata nella vasca da bagno. I tre aguzzini tentarono poi di strangolare con una cintura Donatella Colasanti che in un attimo di distrazione dei suoi carnefici tentò anche di raggiungere il telefono e chiedere aiuto. Venne colpita con una spranga di ferro e, crollando sul pavimento, fu abile a fingersi morta. Venne rinchiusa insieme al cadavere dell'amica nel bagagliaio di una Fiat 127. I tre andarono a cenare fuori, con l'intenzione di disfarsi successivamente dei corpi.
Donatella Colasanti, dal bagagliao, rendendosi conto di essere in strada cercò di urlare ed attirare i passanti. Venne udita da un metronotte che allertò i carabinieri. Il processoAngelo Izzo e Gianni Guido vennero arrestati poco dopo i fatti del Circeo. Andrea Ghira riuscì ad evitare la cattura e si rese latitante. Per i tre arrivò la condanna all'ergastolo il 29 luglio 1976.