Ha avuto il suo epilogo la protesta anti-stato organizzata a Washington dai fratelli Bundy. L’FBI, unitamente alla polizia locale, ha ultimato il blitz nei confronti degli estremisti di destra che dal 2 gennaio avevano occupato una riserva naturale nell’Oregon iniziando una protesta contro lo Stato negli Usa. La protesta ogni giorno coinvolgeva sempre più miliziani e a nulla sono serviti i tentativi delle autorità locali di trovare un accordo bonario per chiudere la vicenda, i fratelli Bundy, venuti dal Nevada accompagnati da un gruppo di fedelissimi, erano ormai intenti a portare a termine la loro missione.
Il motivo scatenante della protesta è stato dato dall’arresto di due agricoltori che avevano bruciato delle sterpaglie, ma poi il fuoco gli è scappato di mano ed hanno incendiato anche altre proprietà; Questa è stata la scintilla che ha fatto muovere gli estremisti verso l’Oregon per occupare un edificio della forestale all’interno di una riserva naturale, lì hanno creato il loro campo base da dove fare proclami e far decollare una protesta che in pochi giorni ha fatto proseliti.
Il Blitz
In pochi giorni gruppi di cowboys locali si sono uniti ai fratelli Bundy per sostenere una battaglia in favore di diritti che sarebbero negati dallo stato, uno scontro che inizialmente le forze di polizia locale hanno cercato di evitare, ma nella giornata di ieri, martedi 26 gennaio, si è creata l’occasione per chiudere la vicenda una volta per tutte.
L’occasione è stata data dal fermo da parte della polizia locale di un gruppo di miliziani che stava raggiungendo la riserva naturale per tenere una riunione con i vertici, da qui, dopo una lunga sparatoria, sono scaturiti i primi arresti che hanno spinto poi l’FBI a infliggere il colpo decisivo ai cowboys. Il blitz definitivo è avvenuto circa un’ora dopo, una missione che nel giro di poco tempo ha portato e forze dell’ordine a raggiungere l’obiettivo sperato. Alla fine il bilancio è stato di una vittima e sette arresti, tra questi anche i fratelli Ryan e Ammond Bundy già noti all’opinione pubblica per aver avviato nel 2014 una battaglia contro i ranger.