A Pordenone una ragazzina di seconda media, oggi 18 gennaio, si è gettata dal balcone di casa e adesso è molto grave. Dietro al gesto ci sarebbe il bullismo perché in una lettera indirizzata ai compagni di classe la dodicenne ha scritto una frase emblematica: "adesso sarete contenti". Una lettera ai genitori per scusarsi del gesto, l'altra ai compagni di scuola con un tono di scrittura quasi di accusa, con poche ma dirette parole poi il macabro salto nel vuoto dal secondo piano della palazzina dove abita a Pordenone.

Ancora una volta l'ombra del bullismo, specialmente quello scolastico, sul gesto estremo dell'adolescente che frequenta la classe seconda di un istituto secondario di primo grado. Secondo quanto riportato grazie alla ricostruzione delle indagini, durante la testimonianza la madre avrebbe affermato di essersi accorta della tragedia quando, entrando in camera della figlia, ha visto la stanza vuota e la finestra aperta. Secondo quanto ipotizzato da chi indaga sul fatto, la ragazzina avrebbe prima sbattuto sulla tapparella del piano sottostante che avrebbe frenato la caduta arrivando successivamente al suolo.

Quando la madre si è affacciata alla finestra, accanto al corpo della giovane ragazza c'era già un vicino di casa giunto subito per cercare di soccorrerla. 

L'indagine della Polizia 

Ha solo 12 anni e ora lotta tra la vita e la morte in ospedale, dove è stata ricoverata d'urgenza in gravissime condizioni ma cosciente, con il sospetto di lesioni alla spina dorsale. Ora la piccola dovrà raccontare le prese in giro dei bulli che la tormentavano, dall'afflizione che l'ha portata a compiere questo inumano atto, decisione che sarebbe stata presa alcuni giorni fa: le lettere infatti sarebbero datate giovedì 14 gennaio.

Perfino nelle prime fasi dei soccorsi, allo stesso personale del 118 ed agli agenti della Polizia, la giovane ha ripetuto il proprio disagio per quei difficili rapporti con i compagni di scuola e gli amici.

La Polizia adesso indaga sui messaggi dello smartphone e dei social network di quella ragazzina fragile come tanti prima di lei, così disperati da decidere di farla finita con la propria vita pur di terminare con quell'oppressione.