Oggi 2 Marzo 2016 il Ministero degli Esteri ha informato che è stato ufficialmente siglato il contratto tra la società italiana Trevi e le legittime autorità irachene per gli urgenti lavori di manutenzione e consolidamento della grande diga di Mosul in Iraq.
La diga è a rischio crollo
Le lesioni presenti nella struttura e la mancata manutenzione a seguito del conflitto in corso complice anche una breve occupazione da parte dell'ISIS, rendono la struttura insicura con il rischio, non così remoto, di crolli.
Stando a diverse opinioni raccolte tra i tecnici, l'eventuale cedimento della diga porterebbe all'innalzamento del Tigri fino a 15 metri con il conseguente allagamento di una vasta area di territorio fino alla capitale Bagdad, mettendo a rischio 1 milione e mezzo di persone.
La firma di oggi fa seguito ad un intenso negoziato che ha coinvolto il governo iracheno e l'azienda italiana, nella capitale Baghdad. Inizialmente, infatti, era stata annunciata la commessa a favore della Trevi, ma le trattative effettive per la firma del contratto si sono protratte per alcune settimane. Con la decisione del Governo di Bagdad l'operazione di consolidamento della diga concordata nella recente visita a Roma del premier iracheno Al Abadi potrà finalmente svilupparsi.
Si è parlato della diga anche attraverso i contatti avvenuti a New York dal Ministro Gentiloni e i rappresentanti degli USA e dello stesso Iraq.
Previsto l'invio dei militari italiani
Sin dalle prime fasi di assegnazione della commessa, l'Italia ha messo a disposizione delle autorità irachene, un contingente di circa 400-450 militari con il compito di garantire la sicurezza del personale italiano e non, che dovrà operare nella struttura. Evidentemente, l'invio dei militari italiani dovrà anticipare l'arrivo sul luogo dei tecnici e degli operai. La tempistica dell'operazione non è ancora nota, ma l'urgenza del consolidamento della struttura rende probabile l'inizio delle attività nel giro di pochi mesi se non di alcune settimane. L'area è attualmente controllata dalle forze di sicurezza irachene, tuttavia i militanti dell'ISIS sono presenti in alcune zone contigue.